Aumenta l’Iva per le cooperative sociali? «Sarà un danno per i cittadini»

Di Emmanuele Michela
17 Ottobre 2012
Le anticipazioni della legge di stabilità parlano di una crescita dal 4 al 10% dell'Iva: «Un salasso con effetti immediati e devastanti». Le reazioni di Federsolidarietà: «Dati alla mano questa impennata è una falsa entrata per lo Stato».

6 punti in più. Secondo le prime anticipazioni la nuova legge di stabilità aumenterà l’Iva per le cooperative sociali dal 4 a 10 %, infliggendo così un salasso al terzo settore quantificato da Confocooperative a più di mezzo miliardo di euro. «L’aumento suona come un colpo di grazia al welfare del Paese, un aggravio di ben 510 milioni di euro che si ripartirebbero per il 70% sulla Pubblica Amministrazione e per il 30% sulle famiglie utenti finali dei servizi», è il commento di Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali. A questa misura s’associano anche altre due provvedimenti: la riduzione delle detrazioni fiscali e la tassazione delle indennità risarcitorie.

QUALCHE DATO. Innanzitutto, alcuni numeri per capire la rilevanza del welfare dal basso: sono più di 9mila le cooperative sociali presenti nel nostro Paese, con servizi di vario genere che interessano 5 milioni di persone. Sono realtà prevalentemente piccole, che integrano pubblico e privato sulla base del principio di sussidiarietà, e offrono assistenza sanitaria a livello locale, educazione, istruzione, tutela dell’ambiente. E che, in controtendenza rispetto al resto del Paese, negli ultimi quattro anni ha aumentato l’occupazione di più di 17 punti percentuali: ad oggi le cooperative sociali lavoro a 330mila persone. Insomma, un modello unico in Europa, che però ora si sente a rischio con le nuove misure adottate dal Governo. «Il nuovo provvedimento», diceva qualche giorno fa a Vita il portavoce del Forum del Terzo Settore Andrea Olivero, «rappresenta un ulteriore attacco a tutto il terzo settore con ricadute gravissime per tutti i cittadini più deboli». Già, perché gli effetti boomerang di questo aumento si ripercuoterebbero direttamente sulle famiglie.

RIPERCUSSIONI SU COMUNI E CITTADINI. «Gli effetti saranno immediati e devastanti, se l’aumento prospettato dovesse prendere corpo. Salasso immediato, tra meno di tre mesi, per gli enti locali dato che l’aumento scatterebbe dal 1° gennaio 2013», ha detto il presidente di Federsolidarietà Giuseppe Guerini. «I Comuni già sono sottostress. Quest’anno, infatti, hanno visto il fondo nazionale per le politiche sociali ridotto a 11 milioni. Le ASL sono alle prese con la riduzione del loro budget del 5% per il 2012 e si parla del 10% per il 2013». Una crescita dell’Iva ridurrebbe così la possibilità di erogare servizi verso quelle classi societarie più deboli, come anziani e disabili, che più usufruiscono di questi benefici, e più in generale di tutte le famiglie. «Numeri alla mano, quest’impennata dell’Iva dal 4% al 10% rappresenta una falsa entrata per le casse dello Stato, non ci sarà un aumento del gettito. Un’entrata boomerang che avrà l’effetto di ridurre i servizi per i cittadini: minore numero di posti nei nidi e negli asili, tagli all’assistenza per disabili, riduzione delle ore di apertura per i centri diurni. L’assistenza domiciliare per i non autosufficienti sarà drasticamente ridotta, così come i posti per gli anziani nelle RSA. Comuni e Asl dovranno pagare di più, dal momento che saranno chiamati a corrispondere oltre i 2/3 dei costi».

@LeleMichela

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