
Aumenti record in bolletta. Il Green Deal presenta già il conto

L’annuncio del ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani non è arrivato come un fulmine a ciel sereno, ma ha comunque spaventato addetti ai lavori e non: la bolletta dell’elettricità aumenterà del 40% a partire dal primo ottobre, quella del gas naturale salirà fino al 31%. Come spiega bene Repubblica, «per una famiglia media gli aumenti comporteranno fino a una maggiore spesa di 500 euro all’anno, 100 per l’elettricità e fino a 400 per il gas».
Aumenti record in bolletta
Come ha aggiunto anche Cingolani, niente è ancora scritto ma «queste cose vanno dette e abbiamo il dovere di affrontarle». L’aumento potrebbe essere mitigato da un nuovo intervento del governo: a fine giugno, ad esempio, a fronte di un aumento del costo dell’elettricità del 9,9% e del 15,3% del gas naturale, l’esecutivo ha stanziato 1,3 miliardi da spalmare come compensazione sulle bollette.
Per attenuare i rincari il governo potrebbe agire allo stesso modo: resta il fatto che la situazione è preoccupante. Anche perché gli aumenti previsti per ottobre potrebbero non essere gli unici. Se da un lato il prezzo del gas naturale è salito a livello internazionale a causa della ripresa economica e delle ingenti scorte che sta facendo la Cina, dall’altro il prezzo dell’energia sale per le tasse imposte dall’Unione Europea.
Il Green Deal presenta il conto
Per raggiungere il sogno di decarbonizzare l’economia entro il 2050 e di ridurre le emissioni di Co2 del 55% entro il 2030, l’ambizioso obiettivo del famigerato Green Deal, l’Ue punta principalmente sull’allargamento del sistema Ets, che stabilisce ogni anno quante emissioni di Co2 permettere sul territorio e obbliga le aziende che inquinano ad acquistare permessi per continuare a farlo. Ogni quota equivale a una tonnellata di Co2 e poiché nel futuro prossimo Bruxelles diminuirà sempre di più il numero delle quote a disposizione, le aziende stanno facendo a gara per comprarle ora facendo salire a dismisura il loro prezzo.
A luglio il Financial Times aveva annunciato che le politiche della Commissione Europea avrebbero prodotto uno «shock iniziale sulla bolletta». Presentando il pacchetto “Fit for 55”, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen aveva promesso un fondo per aiutare le famiglie povere a far fronte agli aumenti. Se i prezzi hanno già iniziato ad aumentare, del fondo non c’è ancora neanche lo scheletro.
«L’Europa deve fare meglio»
Parlando a Repubblica, il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ha accusato l’Ue senza mezzi termini:
«Bisognerebbe parlare dell’Europa, le fasi di transizione andrebbero governate meglio. Va bene puntare sull’energia rinnovabile, ma che succede se non tira vento e la tecnologia degli accumuli in cui immagazziniamo energia non è ancora pronta? Fino a quando useremo il gas, che sta sostituendo il carbone, la Ue non può considerarlo come una fonte non fondamentale».
La decarbonizzazione infelice
Sono critiche che riecheggiano quelle già espresse da Claudio Descalzi, ad di Eni:
«La transizione energetica nel sistema industriale sta creando la morte. Una raffineria in Europa perde per definizione. Per Eni sarebbe meglio chiudere tutte le raffinerie per non pagare l’Ets e comprare i prodotti all’estero. Bisogna analizzare le cose in modo competente e non ideologico e le tecnologie non devono passare per l’ideologia».
Dopo la presentazione dalla parte della Commissione Europea del pacchetto di misure per dare attuazione al Green Deal c’è stata una levata di scudi in tutta Europa. Hanno protestato con veemenza i colossi del trasporto marittimo, le compagnie aeree, i produttori di automobili e anche gli Stati Uniti, i quali temono che la transizione green dell’Ue finirà per avvantaggiare soltanto la Cina. Se non apporterà i dovuti correttivi, quella europea rischierà di essere soltanto una “decarbonizzazione infelice“.
Foto Ansa
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