Auto elettriche. La Volkswagen taglia in Europa e investe in Cina

Di Leone Grotti
13 Dicembre 2023
La direzione intrapresa dalla casa tedesca è un campanello d'allarme per tutta l'Unione Europea
Una fabbrica di auto elettriche della Volkswagen in Cina

Le auto elettriche, soprattutto a causa della direttiva europea che manderà in pensione il motore a scoppio a partire dal 2035, rappresentano un terremoto di cui finora l’Europa ha sentito appena qualche piccola scossa. Ma basta osservare le mosse della Volkswagen, primo produttore di auto in Germania e sesto nel mondo, per comprendere che si prospettano tempi bui per il Vecchio continente.

Tagli in Europa, investimenti a Pechino

Come annunciato a novembre 2022, quest’anno il gruppo tedesco, che assicura 800 mila posti di lavoro solo in Germania, ha iniziato ad applicare un piano di tagli da 10 miliardi di euro, sottolineando che le riduzioni dell’occupazione riguarderà anche l’Europa.

«Per incrementare la nostra efficienza dobbiamo ridurre la nostra forza lavoro», ha dichiarato alla Frankfurter Allgemeine Zeitung Oliver Blume, amministratore delegato del gruppo. C’è un paese però dove non saranno effettuati tagli, anzi, verranno aumentati gli investimenti: la Mecca delle auto elettriche, cioè la Cina.

Volkswagen lavora “in Cina, per la Cina”

Nella nuova fabbrica di Hefei, nella parte centrale del paese, Volkswagen ha lanciato un piano di assunzioni di 3.000 ingegneri cinesi, seguendo il motto: “In Cina, per la Cina”. Dei 1.075 grandi robot che assemblano le auto elettriche, uno è stato importato dalla Germania, mentre gli altri sono stati prodotti tutti a Shanghai.

Gli ammortizzatori per le auto elettriche prodotte in Cina, un tempo realizzati in Europa centrale e importati, ora vengono acquistati in loco da partner cinesi con un risparmio del 40 per cento, secondo quanto riportato dal New York Times.

Cattive notizie anche per l’Italia

La Cina è il più grande mercato di auto elettriche al mondo e da decenni offre ricchi incentivi ai marchi vecchi e nuovi che decidono di aprire nell’Impero di mezzo. Produrre a Pechino è ancora conveniente, consente di abbattere i costi e per questo Volkswagen ha deciso di costruire qui la nuova Tavascan, da esportare poi in Europa.

Più il processo sarà rapido e produttivo e più si realizzerà la stima secondo la quale la direttiva Ue sulle auto elettriche provocherà la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa.

L’investimento sempre più consistente di Volkswagen in Cina riguarda anche l’Italia, dal momento che l’obiettivo della casa tedesca è quello di realizzare «il 100 per cento delle componenti dell’auto in loco».

Il mercato delle auto elettriche

Che il Dragone faccia gola è comprensibile. Un auto su tre venduta in Cina è elettrica e tra due anni, secondo le previsioni, sarà una su due. La differenza rispetto al passato è che le auto a combustione interna erano principalmente di fabbricazione straniera, mentre ora meno del 20 per cento delle auto elettriche lo sono e quasi tutte realizzate dalla Tesla di Elon Musk.

Volkswagen si è ritrovata nel giro di pochi anni dall’essere il marchio più desiderato in Cina a vendere meno del 3 per cento delle auto elettriche del paese. Ecco perché ora ha bisogno di correre, facendo anche scelte dolorose e impopolari in Europa, per stare al passo con i rivali.

La decisione di bloccare la realizzazione di una gigafactory per la produzione di batterie elettriche in Germania per aprirla invece in Ontario, dove i sussidi di Joe Biden fanno concorrenza a quelli cinesi, fa parte della stessa strategia di riduzione dei costi in vista di una maggiore competitività.

Alla conquista dell’Unione Europea

Mentre Volkswagen sta imparando a parlare cinese per produrre nel Dragone e per il Dragone (dove per la prima volta non sarà più sottoposta alle odiate joint venture imposte dal Partito comunista), la Cina impara il tedesco per invadere il mercato europeo.

All’edizione 2023 del Salone dell’auto di Monaco tutti gli occhi erano puntati su gruppi cinesi come Byd. Secondo uno studio di Kpmg, i marchi cinesi di auto elettriche potrebbero conquistare il 15% del mercato automobilistico elettrico europeo nei prossimi due anni.

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