Tenetevi il Babbo Natale cool che gasa Instagram e Beppe Sala, noi si aspetta il Grinch

Di Caterina Giojelli
17 Dicembre 2021
Santa Claus non esiste a Noto e non tornerà dal suo Harry in Norvegia. Sta facendo il provinciale tutto barba hipster, discoteca e Pinacoteca a Milano contro gli stereotipi
La campagna di Milano&Partners “Milano: la città che cambia il tuo Natale” anticipata da Beppe Sala sul suo profilo Instagram (Foto: FM)
La campagna di Milano&Partners “Milano: la città che cambia il tuo Natale” anticipata da Beppe Sala sul suo profilo Instagram (Foto: FM)

Speri ci sia un sequel, un colpo di scena, un Grinch del Giambellino col cuore di due taglie più piccolo che s’infila alla Scala e “ruba” questo Babbo Natale tutto discoteca, barba hipster e Pinacoteca, e invece niente. La campagna lanciata su Instagram da Beppe Sala per promuovere “Milano a Natale” finisce così: un po’ episodio dei Ferragnez, un po’ tende di Natale al pensionato Villa Arzilla.

Babbo Natale discoteca e Pinacoteca

Il New York Times ha scritto che ai bambini siciliani è caduta la mascella quando il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, ha proclamato che «Babbo Natale non esiste» e che «il rosso del vestito che indossa è stato scelto dalla Coca Cola esclusivamente per fini pubblicitari». Pensate voi che sollievo quando, grazie al sindaco più smart, più selfie e più Lgbt che Milano abbia mai avuto, scopriranno che invece Babbo Natale vive e lotta insieme a noi, e quando non si annoia al Polo Nord fa cose super cool a Milano, come andare alla Rinascente, rifarsi il look all’Antica Barbieria Colla, comprarsi un Moncler, guardare il bacio di Hayez a Brera, ballare con una coppia di modelle lesbo (una venere finnica bionda e una nera color ebano, ovviamente), guidare il tram dopo averle portate a mangiare il panettone o a vedere Macbeth. Insomma, si capisce perché esiste a Milano e non a Noto, no?

A Milano è cool, a Oslo ama Harry

Va bene, non sarà hard come l’happy end con tanto di limone gay dello spot delle Poste norvegesi – e meno male –, ma siamo in Italia e oltre al Vaticano abbiamo le Poste italiane: nessun pubblicitario sano di mente penserebbe di delegare la consegna dei regali al servizio di spedizioni nazionali come fa il Babbo Natale della Norvegia per celebrare il 50° anniversario della depenalizzazione dell’omosessualità e trascorrere la vigilia a sbaciucchiarsi un aitante cinquantenne chiamato “Harry” (del resto, nello spot natalizio 2019, quelli di Posten avevano deciso che Gesù Bambino era figlio del postino con cui Maria aveva messo le corna a Giuseppe).

https://www.youtube.com/watch?v=nDLumk_rQQw

Va bene, non siamo nemmeno a Kabul, qualcuno che sotto feste sogna di twittare «questo è mio marito che bacia Babbo Natale!», come ha twittato il marito dell’attore che interpreta “Harry”, lo scrittore Mats Strandberg, ci sarà. Ma davvero Milano è questo? Un crogiolo di stereotipi molto progressivamente aggiornati e una tonnellata di materiali stampa per sostenere il contrario, cioè che la campagna natalizia tutta fashion rainbow di Milano&Partners (lanciata dai canali digitali YesMilano, postata dal sindaco di Milano, addobbata dal claim «Milano. It changes more than just your look» per rilanciare il turismo e il brand Milano – e un saluto a Coca Cola e ai suoi “fini pubblicitari”) punti invece a rompere «lo stereotipo secondo cui Milano sia meta principalmente di shopping e mostra come la città abbia molto di più da offrire»? Cioè, Rinascente, Moncler rosso, barba hipster, Scala, un tocco di Pride, locali, tram? La stessa roba che tirava nei film dei fratelli Vanzina prima di supergreen pass, Passenger Locator Form e tampone negativo?

I “tooop” in provincia di Instagram

In provincia di Instagram – dove evidentemente la cannabis è già legale e c’è il diritto all’oblio per le trovate geniali lanciate da Sala a sostegno della ripartenza, come la campagna #Milanononsiferma a febbraio 2020 –, tra quelli che ancora comunicano con l’alfabeto e non con cuoricini, razzetti, fuochetti e unicorni, è tutto un condividere e reagire commossi al video di Sala, un giubilare di “bellissimo-fantastico-muoio-piango-genio-wow-super-toooop”. Eccezion fatta per un manipolo di negazionisti, ambrosiani fino al midollo, che si ostinano a chiedere al sindaco informazioni su quando pensa di asfaltare via Bardolino o ridurre le vibrazioni generate dalla metro nella tratta Udine-Cimiano, i follower di Sala adorano il “Santa Makeover” con sottofondo di rime lagnose del «rapper Dunkan» incensatissimo da bolle e giornali. Va bene, ma quando arriva il misantropo verde a smarcarci dai Grandi Magazzini e rassicurare i bambini, «guardate qui che pensata geniale! Con quest’abito il Grinch sembrerà Babbo Natale!»?

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