Baiser pubblici e pornoprivacy

Di Contri B. Giacomo
23 Giugno 1999
Simplicissimus

Vediamola, la privacy, sull’altra faccia della luna, sul piccante (non porno, non esibizionista). Poniamo che io apprezzi il gentil “baiser” con la mia partner, e così lei (ma voi siete sicuri di apprezzarlo? Non siatene certi, è raro, per lo più si millanta). Se così fosse davvero, allora vorrei – come quando invitiamo gli amici a visitare un nostro bene pregiato – che altri assistessero per apprezzare anche loro, congratularsi con noi, essere edificati (S. Agostino per primo, e ultimo, ha fatto questo ragionamento). Ma sappiamo che non va così: e allora mi viene da farmi monaco, non per rinuncia ma perché non voglio che venga disprezzato, de-prezzato (magari anche da me stesso) ciò che apprezzo o dico di apprezzare (la mia partner mi stimerà o disistimerà proprio a seconda di come penso su questo punto). In fondo è lo stesso argomento delle perle ai porci. E non è, questo, l’unico punto di applicazione di una desiderabile e godibile rinuncia, almeno mentale, alla privacy: l’altro è il mio stesso pensiero, in tutto. Ho tanto più un pensiero mio – personalità – quanto meno ho bisogno di celarlo in una privacy della mente, paranoia. Un tale bisogno è la pornografia, paranoia in video. Però non mi viene da farmi monaco del pensiero.

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