BANDANATE

Tutti gli anni è la stessa storia. Arriva agosto e l’informazione deve trovare la sua via di fuga per non soccombere al vuoto del nulla. In assenza di serial killer (la storia di Liboni si è consumata a fine luglio) le notizie si ripetono stancamente anno dopo anno. Il caldo e gli anziani. Quest’anno però con temperature normali il fenomeno non si è alimentato. L’esodo e il controesodo. Affare di pochi giorni. Le mode in spiaggia. Scarseggiano novità di rilievo. Serpenti che fuggono dagli appartamenti. Ripresi in ventiquattro ore. Le città che si svuotano. Gioia per chi rimane. E poi…? E poi quest’estate ci ha pensato il Cav. Una mattina si è alzato e in attesa dell’arrivo di un amico inglese, si è inventato la notizia che avrebbe inchiodato Tg e carta stampata per almeno un paio di settimane. Niente di politico, per carità. è bastato un semplice copricapo. Una bandana, una passeggiata ed è scattato il volano mass mediatico. Un genio! Un autentico genio. I quotidiani hanno scomodato esperti di look, moralisti e opinionisti di vario genere. L’opposizione, indignata, si è distinta per seriosità e senso dello status symbol. E i lettori-elettori come hanno reagito? Il giovane sinistrorso, alternativo per abbigliamento e linguaggio, è forse inorridito al cospetto della bandana? Colui che frequenta i social forum, ingrossa le file del gay pride e trascorre le sue serate nei centri sociali, credete davvero che sia stato disturbato da questa esibizione? Alla sinistra parruccona qualcuno dovrà pure spiegarlo che il vero fastidio è scaturito dalla lettura di certi editoriali. Chi ha mischiato Nassiriya con i pantaloni bianchi è stato il vero idiota di turno. Si criticano gli Stati Uniti per la loro abitudine ad enfatizzare i vizi privati dei politici e spettacolarizzarne le particolarità, ma lì perlomeno c’è voluta Monica per mettere sotto accusa la gestione Clinton. Suvvia signori, era solo una bandana.