
Barça-Milan tra La Coruña, Istanbul e remuntade a metà
Remuntada: a Barcellona non si parla di altro da quando Boateng e Muntari hanno siglato quel 2-0 pesantissimo per il Milan a San Siro, negli ottavi di finale di Champions League. La storia si scomoda a dar fiducia ai catalani sulle spalle proprio dei corsi recenti rossoneri: tante rimonte storiche degli ultimi anni hanno visto protagonista in negativo il Diavolo, che nel 2004 usciva dalla Champions contro il Deportivo La Coruña perdendo 4-0 in Spagna dove era andato forte del 4-1 dell’andata, o che, ancor più noto, si fece rimontare tre reti dal Liverpool nella finale di Coppa Campioni del 2005, poi persa ai rigori. Lo scorso anno l’incubo si rimaterializzò a Londra, sempre in Champions, all’Emirates Stadium, casa dell’Arsenal: i Gunners si fermarono solo sul 3-0 nel ribaltare il poker milanista dell’andata degli ottavi, traditi dal loro uomo più forte, Van Persie, proprio sul più bello.
AI CATALANI RIMONTE MAI RIUSCITE DEL TUTTO. Trascorsi sfavorevoli al Milan, contro cui giocano anche i precedenti più freschi contro il Barcellona, mai sconfitto (prima del match d’andata) dal 2004 in avanti. Cifre e statistiche cui i rossoneri non dovranno guardare concentrandosi al massimo sulla sfida che si giocherà in campo, dove i blaugrana, c’è da starne sicuri, proveranno ad imporre il loro gioco estenuante per rimontare quei due gol. Ma anche per loro i trascorsi recenti parlano di poche rimonte riuscite del tutto: un anno fa dovevano ribaltare la vittoria del Chelsea in semifinale e non ce la fecero, nel 2009-10 l’assalto alla porta dell’Inter produsse solo un misero 1-0 insufficiente per conquistare la finale. Solo nel 2010-11 riuscirono a ribaltare il 2-1 subito all’andata degli Ottavi contro l’Arsenal vincendo 3-1 al Camp Nou.
LA STORIA DI PICHI ALONSO. Il Guardian è stato più retrospettivo, e spulciando gli annali delle coppe Europee ha trovato che mai il Barcellona è riuscito a recuperare un 2-0 patito all’andata in una competizione continentale ufficiale. Quando però il passivo si era fatto più pesante, ossia 3-0, ai catalani l’impresa è riuscita ben tre volte, di cui l’ultima nella Coppa Campioni 1985-86, in un match contro gli svedesi del Goteborg che vale la pena rievocare. È il match di un attaccante dal nome, all’epoca, abbastanza anonimo, Pichi Alonso, attaccante spagnolo di riserva dei blaugrana, gettato nella mischia per provare l’impresa di risalire la china dello 0-3 patito all’andata, nel freddo della primavera scandinava. Segnò lui tutti e tre i gol che permisero di agguantare gli svedesi e mandare la squadra ai rigori: una vera impresa considerando che Pichi, nei suoi 4 anni al Barça, segnerà in tutto solo 13 reti. Dagli 11 metri il portiere Urruti fu poi super, consegnando una gioia che purtroppo per i catalani in finale non si ripeterà. Lì la faccia arcigna del pallone si mostrò in tutta la sua malvagità: a vincere fu la Steaua Bucarest, proprio coi penalty. Fu la serata del portiere Duckadam, recordman con 4 parate di tiri dal dischetto, primato mai eguagliato. E il secondo tiro lo parò proprio a lui, Pichi Alonso.
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