Basta un Sì per lasciare intatti gli assurdi privilegi delle Regioni gruviera

Di Luigi Amicone
07 Ottobre 2016
Come fa la riforma Boschi a mettere a sistema l’esempio della virtuosa Lombardia e mettere in carreggiata la fallita amministrazione siciliana? Torna al centralismo. Geniale. Così diminuirebbe i costi?
Il premier Matteo Renzi (s) stringe la mano a Gustavo Zagrebelsky (d) in occasione della trasmissione televisiva 'SÏ o No', condotta da Enrico Mentana (c) negli studi di La7, Roma, 30 settembre 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Capisco benissimo perché Giuliano Ferrara auspica un plebiscito per il “Sì”. Più che il contenuto della riforma Boschi lo ingolosisce Matteo Renzi, decisionista e rottamatore, erede di Silvio Berlusconi e, secondo questa versione del fogliante supremo, Sergio Marchionne della politica italiana. È così. Nessuno più di noi comprende l’argomento del “giovin novatore”. La cui energia da folletto di nuova fiaba italiana sta facendo polpette di un branco di azzeccagarbugli della “Costituzione più bella del mondo”. Vogliamo essere comprensivi circa le buone intenzioni del nostro amico Elefantino e di tanti amici benintenzionati come lui: nessuno è triste perché Zagrebelsky, Gustavo, il torinese di Bisanzio, è stato fatto a pezzi in tv dal performante spaccone fiorentino. Ma se Ferrara ha ragione nel cogliere nella eventuale vittoria del “Sì” l’occasione per azzerare la retorica arrogante e sbilenca di coloro i quali – sia sul versante Pci-Pds-Ds (per non parlare di Sel, cascame minore del giustizialismo in salsa Arcigay), sia su quello dei plumbei torinesi – «hanno avuto per sé la palma del perbenismo e la cattedra della più ossequiosa rispettabilità» mentre in realtà furono «una generazione di cinici cattivi maestri e di bugiardi sconsiderati», ciò non toglie che, nel merito, il fondatore del Foglio abbia torto. E torto marcio. Il “No”, infatti, ha ragioni da vendere. E sono ragioni fortissime.

Al sottoscritto, per esempio, ne basta una. Ed è quella che ci fa mandare a quel paese la favola renziana ogni qualvolta ci imbattiamo nel manifesto principe con cui il Pd pensa di convincere l’elettore della Lombardia. «Vuoi ridurre i costi delle Regioni? Basta un Sì». Allora uno pensa: «Giusto, basta un “No” per non farsi abbindolare da una riforma che non soltanto non riduce alcun costo ma, anzi, penalizza le Regioni virtuose. E per grottesco paradosso, lascia intatte tutte le prerogative di spesa e sperpero pubblici delle Regioni a “statuto speciale”». Ora: 1) dato che ricerche recenti (Confcommercio 2015) ci hanno detto che adottando il modello lombardo, rispetto a una spesa complessiva di Regioni, Comuni e Province che ammonta a 176,4 miliardi, sarebbe possibile un risparmio teorico di 74,1 miliardi; 2) dato che un buon 32 per cento del suo saldo positivo tra entrate e spese (comprese quelle per il buono scuola, per la difesa della vita nascente, per il sostegno alle famiglie) la Lombardia lo devolve allo Stato; 3) dato che le Regioni del Nord versano ogni anno oltre 100 miliardi di euro in solidarietà al resto del paese (fonte: Cgia Mestre). Ecco, dato tutto questo e molto altro ancora, cosa fa Maria Elena Boschi per mettere a sistema gli esempi delle Regioni virtuose e rimettere in carreggiata le Regioni fallite? Ritorna al centralismo. Ridimensiona le autonomie locali. Introduce la “clausola di supremazia” con cui Roma – l’efficiente articolazione dello Stato che guida l’Italia da Roma – potrà intervenire in materie di competenza regionale (sanità, scuola, infrastrutture, lavoro…) in nome della “tutela dell’interesse nazionale”.

Geniale. E questo sarebbe “diminuire i costi delle Regioni”? Certo, basta un Sì per mantenere così la Sicilia, Regione a statuto speciale che già oggi spende per pagare i dipendenti pubblici dieci volte tanto quello che spende il Veneto, sei volte quello che spende la Campania e che su 15 mila impiegati (sono poco più di 3 mila in Lombardia) ne registra quasi la metà – 6 mila! – ufficialmente “inamovibili”. E perché gli impiegati di Regione Sicilia sono inamovibili? Perché 3 mila usufruiscono dei permessi della “legge 104” per disabilità o per assistere un familiare. Altri 3 mila godono di permessi sindacali o sono dirigenti sindacali. E tu, giovin novatore, mi proponi di dire Sì a una riforma che lascia intatto questo disastro? E tu, brillante contafavole, mi vieni pure a dare l’assalto da Roma alle Regioni che funzionano? Ma tu sei matto, caro il mio Matteo.

E se per battere questa assurdità mi devo alleare anche con i Gustavi, cosa vuoi che ti dica amico Giuliano, farò come faceva Montanelli: a naso turato mi terrò la compagnia necessaria per mettere mano alla Costituzione speriamo il prossimo anno, speriamo con il ritorno alle urne, speriamo con il proporzionale, speriamo con Stefano Parisi federatore dei moderati. E speriamo con l’elezione bipartisan di un’assemblea costituente che riformi, finalmente e veramente, la Costituzione più parruccona del mondo.

@LuigiAmicone

Foto Ansa

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22 commenti

  1. Broggio

    Basta un SI per dare il paese in mano ai 5 stelle e il PD a Bersani e D’Alema. Che bello!

  2. jens

    Onoriamo Santa Boschi da Arezzo, beata Maria Elena del PD sposa, già Ministro pieno di luce!
    Santa Boschi protettrice, gufo chi non te lo dice!

  3. Cisco

    Amicone, condivido la critica al “centralismo” della riforma, ma nessuna riforma in Italia potrà mai essere seriamente federalista e sussidiaria: non ci sono le condizioni sociali e politiche. Il Mezzogiorno d’Italia sopravvive grazie al clientelismo (legalmente) e alla malavita (illegalmente ma di fatto tollerata, checche’ si escludano “accordi” con lo Stato). Il tutto finanziato dalle regioni più ricche del Nord. Ormai perfino Salvini si è alleato con gli statalisti, l’unica speranza sarebbe resuscitare le proposte del prof. Miglio: un’utopia almeno quanto la possibilità per Parisi di federare i “moderati”. Renzi sta sprecando un’altra grande occasione per rendere l’Italia un paese più libero, ma non è facile: d’altronde non ci riuscì neanche Berlusconi, e non solo per colpa degli attacchi giudiziari.

    1. balaton

      Sì appunto quando voi del nord ci avete imposto l’Unità, avete scelto un sistema centralistico esasperato che ha distrutto la nostra economia ,rendendoci solo un grande mercato ad uso e consumo del nord.
      Ora che la nostra economia è abbastanza distrutta volete un sistema federale. Ma a questo punto l’indipendenza conviene a noi.

      1. Cisco

        @ Balaton

        “Voi del Nord” un corno, dato che sono del centro Italia (ex Stato Pontificio). Comunque è ora di finirla di piangere per vicende che risalgono a un secolo e mezzo fa: sarebbe ora di prendere in mano le proprie sorti, magari con qualche inchino in meno al boss di turno, che non è stato – immagino – portato in dote dai sabaudi.

  4. Roberto

    Con il No rimane tutto come è adesso, tutto di pietra. (D’Alema,Demita)
    Il sole 24 ore non dice che 33 miliardi spariscono, parla solo di BUCO delle regioni se poi a voi sta bene così, votate no.
    Ma tra il niente e qualcosa sto con qualcosa.

    1. Mamifacciailpiacere

      Egregio Roberto da bravo italiano voterei ni soprattutto per non ascoltare individui come dalema e dedita, a prescindere (come diceva toto’) dai loro illuminati suggerimenti siano per il si o per il no, ha poca importanza. Ma poi dato che addirittura benigni e’ intervenuto nella vicenda ( citando il Brexit!!… ma da che pulpito !) Votero’ no.

      1. Robert

        Contento Lei contenti tutti.

  5. oikos31

    Non sto negando che ci siano notevoli problemi in Sicilia e so benissimo che in Lombardia siete più bravi e più cazzuti, però non posso accettare la disonestà intellettuale, e i numeri sparati a convenienza senza nessuna valenza statistica…. solo per fare sensazionalismo giornalistico ( che si rimprovera agli altri ).
    Poi io da Siciliano sono il primo che abolirei lo statuto speciale, che è stata sempre una zavorra per il nostro sviluppo ,e dal quale la stragrande maggioranza della popolazione non ha avuto nessun vantaggio.
    Ma questo è un altro discorso.

    1. Soldo

      ok sullo statuto speciale,
      alla prossima riforma abolire le regioni a Statuto speciale
      e trasformare la Valle d’Aosta in una normale provincia del Piemonte.
      Ma perchè non l’hanno fatto in questa riforma?

    2. mamifacciailpiacere

      Sicuramente e’ un altro discorso…. il problema secondo me sono i siciliani che , chissa’ perché, non vivono in Sicilia. E sono tanti. Forse troppi. Eppure la Sicilia è grande. Sbaglio?

      1. oikos31

        già chissà perchè……e chissà perchè l’emigrazione in massa dei siciliani
        è cominciata solo dopo l’unità d’Italia

        1. Filippo81

          …grazie agli anglosavoiardi !

  6. recarlos79

    A differenza del pensiero dominante ciellino-padano, l’ Italia non inizia e finisce con la Lombardia, che oltre alla polizia locale si farebbe anche l’ esercito lombardo. A forza di belle autonomie locali questo paese non e’ più’ unito da tempo. E pure la bella sussidiarietà’ somiglia a una ruberia allo stato. Amicone, oltre a sprecare soldi degli italiani cosa ha fatto il presidente a cui hai fatto gli auguri?

    1. felpa

      Recarlos, spiegami una cosa: come mai, tu che ti proclami ipercattolico, alla fine spari sempre a zero sui pochi cattolici che si impegnano e che, facendolo, non alterano la dottrina?

    2. Ugobagna

      L’Italia non finisce con la Lombardia ma stiamo parlando di 10 milioni di abitanti su 60 milioni, un quinto, la regione più grande epperò ben amministrata, sicuramente dovrebbe contare di più di quanto non lo sia ora…

  7. oikos31

    Caro Amicone questo tipo di paragoni non regge…..in Sicilia lo stato si occupa solo di pubblica sicurezza, esercito, pubblica istruzione e poca altra roba…tutto il resto è competenza della regione …. In Sicilia ci sono molti più regionali ma molti meno statali della Lombardia perchè le competenze tra le due Regioni sono molto diverse. Se dovete fare un paragone fatelo tra due regioni a statuto ordinario o tra due regioni a statuto speciale.
    Poi si può anche parlare di dare le stesse competenze a tutte le regioni….ma vi assicuro i numeri cambierebbero parecchio(in sicilia almeno 11.000/12000 dipendenti passerebbero a stato ed enti locali se diventasse a statuto ordinario)

  8. Roberto

    Con un no si cancellano i 33miliardi di rosso delle Regioni ? (Sole 24 ore)

    1. felpa

      No, ma almeno il potere del premier ha ancora dei contrappesi.

    2. Filippo81

      Invece con il SI si cancellano, secondo quelli del Sole 24 ore……

  9. pse71

    E invece un no cambierà tutto questo? Perché seriamente pensa di poter cambiare la Costituzione in meglio, facendo vincere il no, con la simpatica compagnia di giro che va dai 5 stelle a casa pound?
    Non è più realistico riconoscere che questa riforma alcune cose le sistema e altre saranno ancora da sistemare?

    1. Ugobagna

      Argomentazione fallace, come descrive bene Amicone la riforma sulle autonomie locali peggiora le cose, non le migliora, per cui non ha senso dire che il no blocca un parziale miglioramento emendabile nel tempo, il nostro blocca un pasticcio che renderebbe ancora più difficile migliorare successivamente il funzionamento delle istituzioni…

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