Berlinguer, bocciato alla Maturità
La nuova versione degli esami di Stato ha subito in questi giorni numerose critiche. Sul banco degli imputati assieme alla Ministra Moratti la nuova commissione esaminatrice. La riforma ha previsto che la stessa fosse composta quasi esclusivamente dagli insegnanti della classe, solo un membro esterno. Alcuni hanno parlato di “esame fatto in casa” e quindi d’inconsistente valore giudicante, altri di livellamento generale. Tra i più severi e infuriati detrattori si è distinto Luigi Berlinguer. L’ex ministro della Pubblica Istruzione ha così etichettato l’innovazione: «una picconata della destra contro il nostro sistema educativo, che tende ad abbassare la qualità della scuola pubblica e ad avvantaggiare i diplomifici privati». Ho riletto una decina di volte tale affermazione, accertandomi che si trattasse effettivamente di una dichiarazione di Luigi e non magari di Giovanni o addirittura del riesumato Enrico Berlinguer, ma non mi stavo affatto sbagliando. Vi chiederete il perché di tanto stupore e il motivo di cotanta incertezza. Bene, nel 1997 fu proprio il Ministro Berlinguer a voler introdurre la commissione esaminatrice composta interamente da membri interni. Fu soltanto a causa dell’intransigente opposizione interna del Prc che questo assetto non passò. La riforma Berlinguer nacque così da un compromesso alquanto discutibile che il partito di Bertinotti riuscì in qualche modo a strappare. Fu stabilito che la commissione esaminatrice fosse composta da metà membri esterni e metà interni. Ed ora Berlinguer che fa: disconosce se stesso? Oppure fu così persuaso dall’opposizione di Bertinotti che ora ne rivendica la paternità? Berlinguer confida nella poca memoria degli italiani e contesta ora quanto proponeva cinque anni fa. Ma diamogli un’attenuante: forse è lui che, come tanti nel suo partito, ha smarrito per strada un po’ di memoria storica.
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