Berlinguer: «La scuola paritaria è pubblica. Basta con la solita, stanca e stucchevole contrapposizione»

Di Leone Grotti
25 Agosto 2015
Luigi Berlinguer, ex ministro dell'Istruzione e autore della legge 62/2000 sulla parità scolastica, ha spiegato la sua scuola ideale al Meeting di Rimini

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Rimini. Luigi Berlinguer è tornato al Meeting dopo quasi vent’anni. La prima volta era stata nel 1997, quando era ancora ministro dell’Istruzione del primo governo Prodi. Padre della legge 62/2000 sulla parità scolastica, non ne può più del «solito, stucchevole stanco ritornello che contrappone pubblico e privato».

«SCUOLA PARITARIA È PUBBLICA». «La scuola è sempre pubblica, perché alleva delle creature», spiega al Meeting. «L’ossessione che nel nostro paese divide le due realtà è ormai vecchia come il cucco: scuola paritaria e pubblica sono la stessa cosa. Ormai è arrivato il momento di parlare dell’apprendimento, di come sollecitare la curiosità degli studenti, di come lasciare libere tutte le scuole di sviluppare le proprie potenzialità. Dibattere ancora di scuola dell’obbligo, come se l’aula fosse una prigione, non va più bene. La parola giusta è: stimolo».

«C’È BISOGNO DI TUTTI». L’ex ministro è intervenuto dopo la docente di Pedagogia all’Università Bicocca di Milano, Susanna Mantovani, che parlando della scuola dell’infanzia ha sottolineato come «ci sia bisogno di tutti i gestori di scuole. La scuola è a corto di risorse e allora c’è bisogno di impiegarle bene, sfruttando l’apporto che pubblico e privato possono dare. La collaborazione tra scuole paritarie, comunali e statali permette di massimizzare le risorse. Non conta chi sono i gestori, ma se offrono una scuola di qualità, accessibile a tutti e rispettosa di chiunque. Nella sfida educativa, abbiamo bisogno di tutti».

«LAVORO È SAPERE». Dopo aver ascoltato l’esperienza di Reggio Children, raccontata da Claudia Giudici, Berlinguer ha delineato le caratteristiche della scuola che vorrebbe: «Una scuola senza mura e senza banchi, dove non c’è spazio solo per la registrazione del sapere. Una scuola dove il lavoro non venga più considerato come qualcosa di estraneo alla cultura, ma come una forma di sapere. Una scuola senza un orario fisso e sempre uguale, aperta tutto il giorno, non solo la mattina».
Tutte queste misure, spiega l’ex ministro concludendo l’incontro “Scuola: statale o paritaria, purché sia migliore”, deve prenderle la politica, «ma il Parlamento non deve solo fare leggi nuove, deve anche verificare che quelle vecchie vengano applicate».

@LeoneGrotti

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24 commenti

  1. Gd

    Ho scelto la scuola paritaria per mia figlia perchè non avevo alternative (io lavoro fuori dal mio paese di residenza e mia moglie fa turni in ospedale; non posso nemmeno contare su parenti). La tolleranza sugli orari non avrei potuto ottenerla altrove. Certo, si paga, ma non molto più di quello che pagherei (considerando pasti, prescuola e doposcuola) in una scuola pubblica, avendo peraltro il problema degli sforamenti di orario insoluto.
    Quanto alla discriminazione, in 7 anni non ne ho notata alcuna, anzi.
    La frase chiave è “Scuola: statale o paritaria, purchè sia migliore”. Non è mai una questione ideologica , ma molto pragmaticamente è una questione di adeguatezza e qualità.

  2. beppe

    ho pagato di tasca mia i 5 anni di scuola paritaria di mia nipote , e quando sento ragionamenti come quelli del PECORAIO , non ci vedo più…….

  3. recarlos79

    così com’è adesso è a pagamento. come la pensa Berlinguer è pubblica. occorre però la precondizione: parità di finanziamenti. così senza dover pagare la retta (perché sovvenzionata dallo stato con le già alte tasse italiane e senza bisogno di alzarle di più ma eliminando un sacco di clientele e introducendo i costi standard) una famiglia avrà libertà di scelta su dove mandare i propri figli ( scelta che spetta alle famiglie per costituzione). oggi solo i clienti dei governatori lombardi possono permettersi di pagare le rette perché anche col buono scuola devi farci l’aggiunta e non tutti possono farlo. però chi è di sinistra il concetto di libertà non è assoluto.

    1. Tony Pecoretti

      Ah TUTTA la retta pagata con i soldi pubblici?? Fortuna che doveva essere “senza oneri per lo Stato”!!

      La Corte dei Conti ha già denunciato e bocciato perfino le sovvenzioni date dalla regione lombardia..

      Le scuole private NON sono pubbliche per definizione, OLTRE al problema dei costi perché violano TUTTI i principi di una scuola pubblica a cominciare dal confessionalismo e dalla mancanza pluralismo.

      È inutile che cercate di confondere le acque.

      1. Luca P.

        Tony … ci fai o ci sei?

        Legge n.62 del 10/03/02 … Legge dello Stato Italiano !!
        art. 1.3 “Le scuole paritarie, svolgendo un servizio pubblico …”
        art. 1.3 “Non sono obbligatorie per gli alunni le attività […] che presuppongono o esigono l’adesione ad una determinata ideologia o confessione religiosa”
        art. 1.4 “La parità è riconosciuta alle scuole non statali che […] si impegnano espressamente a dare attuazione […] a un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione; un piano dell’offerta formativa conforme agli ordinamenti e alle disposizioni vigenti …”

        Caro Tony NON SAI DI COSA STAI PARLANDO … quando dici che le scuole private paritarie non sono pubbliche, sono dedite al confessionalismo e violano tutti i principi della scuola pubblica … oppure se sai di cosa parli stai mentendo volontariamente.

        Se c’è uno che “confonde le acque” quello sei tu …

        Sei (su) un binario morto 🙂

      2. Emanuele

        …Va be’, stasera ho tempo da perdere pure io…

        Caro Tony Pecoretti (o Caproni, o chi sa chi altro…)

        1. ti consiglio di leggere sul dizionario cosa vuol dire la parola “onere”, credo avrai delle sorprese.

        2. In Italia non esistono scuole pubbliche, esistono scuole statali e non statali (questo almeno dice la costituzione).

        3. Tant’è che per definizione, le scuole gestite dai Comuni, dalle Regioni, dagli altri enti, sono scuolo paritarie.

        4. Dove sarebbe il pluralismo se TUTTE le scuole adottano lo STESSO programma dalle Alpi alla Sicilia? Cioè, secondo te, per aumentare il pluralismo dovremmo ridurre i tipi di scuole… ottima coerenza di idee, non c’è che dire!

        P.S.
        So che ho perso tempo a rispondere, so già che, come altre volte, non risponderai… del resto è molto facile provocare, un po’ più difficile sostenere le proprie tesi in un dibattito… così la prossima volta, ti presenti come Tony pecorella, caprino, cinghiale, o chissà quale bestia e ricominci da capo…

        Se proprio un ottimo esemplare di cosa vuol dire essere aconfessionale… grazie di esistere!

        1. Tony Pecoretti

          Aahahah.. so bene che esiste la legge “Berlinguer” (che fa rivoltare nella tomba Enrico)

          ma la legge da sola non significa nulla esattamente come la legge sul finanziamento pubblico dei partiti: bocciata dal popolo, rifatta con altro nome!

          Oppure il vostro amico nano fascista che ha fatto una legge si.. di depenalizzazione del falso in bilancio!

          Cari ignoranti, i concetti di laicità, di libertà e di diritto civile non cambiano certo in base ad una legge fatta a vostro uso e consumo!

          Ogni autorità ogni legge ogni istituzione deve rispettare principi e valori che fanno parte della morale comune e volte SEMPRE al bene comune prima di essere rispettate a loro volta e NON per favorire una parte a scapito della società (ad esempio vd Art.41 della Costituzione).

          Non diventeremo razzisti od omofobi se viene abolita la legge mancino E’ CHIARO?

          I servizi pubblici devono SEMPRE essere LIBERI e liberi da ogni ingerenza dei privati, questo deve assicurare un legislatore.
          Un privato puo fornire supporto o servizi ma NON si sostituisce allo Stato, unica garanzia in quanto espressione del Popolo e suo rappresentante.
          La Democrazia assicura questo quando diventa effettiva e reale (putroppo in Italia la democrazia è molto ridotta, un Paese fatto di mafia e corruzione legate dalla chiesa, come abbiamo visto con i Casamonica, i DePedis o con i famosi inchini ai boss).

          La scuola paritaria NON è pubblica, per i motivi che ho già descritto sopra,
          motivi che sono una REALTA, con o senza la legge fatta da un vostro schiavo.

          La legge Berlinguer non assicura nulla e le scuole paritarie sono esattamente come PRIMA: NON pubbliche.

          L’unico modo per una scuola paritaria di essere pubblica… è quello di rispettarne i principi.

          E le scuole cattoliche non li ripettano.

          —— “3. Tant’è che per definizione, le scuole gestite dai Comuni, dalle Regioni, dagli altri enti, sono scuolo paritarie.”

          Qualunque scuiola che segue i principi della scuola pubblica Statale puo essere considerata paritaria.

          —— “4. Dove sarebbe il pluralismo se TUTTE le scuole adottano lo STESSO programma dalle Alpi alla Sicilia? Cioè, secondo te, per aumentare il pluralismo dovremmo ridurre i tipi di scuole… ottima coerenza di idee, non c’è che dire!”

          Ah secondo te pluralismo significa una scuola adotta un programma diverso ogni giorno della settimana???

          Non stai bene, continui cosi ti riduci come il povero equino….

          Ci sono scuole pubbliche che hanno adottato straordinari metodi di insegnamento innovativi, efficaci e GRATUITI, vedi le inchieste di PresaDiretta sulla scuola.

          Il pluralismo è un approccio all’educazione libero da ideologie di parte, pertanto e sopratutto NON confessionale.

          Siete (su) un binario morto.

          1. Emanuele

            Scusa, se la legge non significa nulla, di che stiamo parlando?

            Allora anche la tua personale interpretazione della costituzione è basata sul nulla, dato che la Costituzione è di fatto la legge fondamentale di uno stato.

            Poi come al solito riesci a contraddirti in 5 righe. Prima accusi lo stato di varare leggi ingiuste e di essere in combutta con la mafia, subito dopo dichiari che lo stesso stato è l’unico che può fornire i servizi rispettando i principi… ma i servizi sono regolati proprio da leggi che dichiari di non voler niente… mettiti d’accordi con te stesso!

            Poi continui a parlare di definizione di servizi pubblici, ma, di grazia, questa definizione dove sta scritta? No, perché se sta scritta in una legge, per tua dichiarazione non vale nulla. Se invece è una tua idea, be’, io ne ho una diversa… e allora?

            Poi parli di principi, ma nuovamente, di grazia, dove stanno scritti? Ad esempio, come si fa a capire se una scuola comunale paritaria segue questi principi? Se è vietato, ad esempio il finanziamento alle scuole private, lo è anche a quelle comunali, infatti senza oneri per lo stato si riferisce alle scuole non statali, senza distinzione tra pubbliche e private… ti riferisci a questo principio o ad altri?

            Sul pluralismo stai farneticaziondo. .. prendi il dizionario e controlla. Quindi, secondo te, il pluralismo si fa obbligando tutti a seguire lo stesso programma e permettendo piccole variazioni sui metodi didattici… nuovamente ottima rappresentazione del pluralismo aconfessionale. Prendiamo la cultura regionale, gli autori legati al territorio, la storia del proprio territorio, le usanze e appiattiamo tutto sul programmino sgrammaticato scritto dallo scribacchino nei palazzoni romani… grande pluralismo!

          2. Luca P.

            Tony, hai detto bene: “…Stato, unica garanzia in quanto espressione del Popolo e suo rappresentante”.
            E’ l’esatta definizione che i regimi totalitari danno di se!
            Come lo stato Nazzista in Germania, quello Comunista in URSS nel secolo scorso … e guarda caso anche quello in Cina e Corea del Nord oggi.
            C’è andato anche il tuo amico senatore Razzi, ha detto che è un bel posto dove tutti sono liberi … se lo chiami ti trova un posto dove tutti ti daranno ragione 🙂
            Mi sa che a scuola (dello stato) hai studiato la Costituzione di un altro paese, non certo dell’Italia.

      3. To_NI

        Pecoretti

        Spiegare a te cosa significa “senza oneri dello stato”, magari citando i padri costituzionalisti (Corbino o il comunista Codignola), è come leggere una poesia di Leopardi ad un asino.

        PS: Scusa asino, tu sai lavorare, Shiva è solo pecoretti.

        1. To_NI

          “senza oneri per lo stato”, *

        2. Emanuele

          Caro To.Ni , non mi preoccupo tanto di capre e pecore, ma di fini intellettuali che usano la parola onere a sproposito.

          Peso, primo tra tutti a Rodotà, non solo dipinto come fine costituzionalista ma che abbiamo rischiato di doverci sorbire per 7 anni al Quirinale… Penso a Zagrebelsky, anche lui stimatissimo.

          Persone, come abbiamo visto al referendum di Bologna , in grado di influenzare molto l’opinione pubblica… ora, se loro che sono esperti ne manipolano il contenuto, figurati il nostro Caprone…

          1. Giannino Stoppani

            L’ingenuo Emanuele (Dio ti benedica!).
            Ne troverai a bizzeffe di “fini intellettuali” pronti a sostenere le più immonde bischerate fintanto che ci saranno greggi di pecoroni e caproni che se le vogliono sentir raccontare come favole della buona notte…

          2. To_Ni

            Emanuele,
            credo che rivolgere interventi intelligenti a caprone e’ un inutile perdita di tempo.
            Ciò che scrive non rientra in nessun tipo di ragionamento. induttivo o deduttivo, coerente. Sono ammassi di parole da pronunciate stesi su un lettino , di uno psicanalista, per tentare delle libere associazioni per scopo terapeutico. Al massimo si può dire che ha due fissazioni: “Chiesa cattiva” ed “educazione sessuale bella”. Su ciò costruisce tutto. Se ha consenso da parte di qualcuno e’ solo perché è come lui. Può sembrarti una esagerazione, ma io sono convinto che è cosi
            Rispondere ad altri personaggi può’ avere un senso, considerando i limiti che ha sottolineato Giannino. Ma a Shiva , almeno io, non ci riesco.

  4. Tony Pecoretti

    Non rispetta nessun presupposto della suola pubblica e viola ogni suo principio (oltre ad essere a fini di lucro), non è di qualità, non è accessibile a tutti perchè è discrimiantoria e a pagamento.
    Pertanto non potrà MAI essere una scuola pubblica.

    1. Luca P.

      La scuola statale è a fini di lucro tanto quanto quella paritaria !!!
      Infatti queste ultime sono quasi sempre gestite da enti “non profit” ovvero senza fini di lucro.
      Il “lucro” nella scuola statale esiste eccome, visto che docenti, personale ausiliario e dirigenti sono pagati … spesso più delle scuole paritarie.
      Mica (e giustamente) gli statali sono dei volontari.
      I numeri poi parlano meglio di qualsiasi dottrina ideologica … uno studente alla scuola statale costa mediamente 6.900€, uno studente alla scuola paritaria costa mediamente 3.500€.
      La vera domanda è … quanto ci lucra lo Stato sulle scuole paritarie ?
      In Corea del Nord le scuole sotto tutte statali … c’è sicuramente qualche posto libero.

      1. Tony Pecoretti

        Un servizio pubblico NON è a fini di lucro, ignorante!

        Le cifre dei costi degli studenti sono state smentite migliaia di volte.. lascia perdere la Corea, diventi ridicolo come il nano fascista 75enne che pensa di ancora di fare politica gridando contro i comunisti.

        Pietoso.

        1. Luca P.

          Caro Tony … in confronto a quanto dimostri di essere l’epiteto di “ignorante” che mi hai dato lo considero un complimento 🙂
          Più che su un binario morto … sembri uno zombi. Fatti curare dal servizio pubblico.

        2. beppe

          toni PECORONE, il servizio pubblico non deve nemmeno essere una sanguisuga di risorse gestita e presidiata dai sindacati. sei ridicolo , patetico e falso fino al midollo.

          1. Torione

            Secondo me si continua a confondere, temo volutamente, il termine pubblico (che significa accessibile a tutti) con il termine statale (che significa di proprietà dello stato). Un bene è pubblico a prescindere da chi ne è il proprietario. L’unica cosa che conta è se il proprietario (stato o privato) garantisce l’accesso o meno al bene liberamente. Un sistema d’istruzione davvero pubblico e garante del diritto dovere di ciascun genitore di educare i propri figli, dovrebbe basarsi sulla gratuità di ogni scuola, privata o statale che sia. L

    2. Mappo

      Tony Pecoretti, complimenti: in solo tre righe una quantità di falsità e/o castronerie, ma lei ci è o ci fa?

    3. Emanuele

      Ragazzi, ma ancora perdiamo tempo a rispondere a queste pecore, capre e bestiario vario?

      P.S.
      Complimenti redazione, vedo che i nuovi filtri anti troll vanno alla grande!

    4. To_Ni

      Pecoretti
      Tu dovresti capire cosa è una scuola. In un secondo passaggio capire la differenza tra una scuola pubblica, privata, paritaria.
      Come noterai si tratta di un percorso tortuoso per te ( troppe cose da capire) per cui accetta il consiglio di prendere la pillola colorata fucsia , abbraccia il pelouche di Rocco e dormi.
      Non prenderti troppi affanni.

    5. beppe

      toni PECORONE, la scuola paritaria ha fini di lucro? se costa un decimo di quella parassitaria statale? buffone !!!!!!!!

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