Bernabè è vivo e combatte per Telecom

Di Da Rold Gianluigi
12 Maggio 1999
Bokassa

Dichiara Franco Bernabè: “Combatterò fino all’ultimo”. E una persona qualsiasi e normale, pensa spontaneamente e si chiede: “Per che cosa? Per i profughi del Kosovo? Contro i bombardamenti della Nato?”. Ma no. Bernabè combatte solo “per Telecom”.

Viviamo in un momento di grande specializzazione. Tutti pensano, forse giustamente, al proprio mestiere. Però… è una cosa che fa abbastanza impressione. Crollano i ponti di Belgrado, qualche bomba intelligente sbaglia di un centinaio di metri il bersaglio e va a finire su un condominio, l’ex capo dell’Ulivo mondiale, Bill Clinton, ha dimenticato a tal punto le tenerezze di Monica Lewinski che ha tirato fuori dalle riserve gli “Apaches”, si prepara una stagione estiva di esodo e controesodi sulla sponda italiana e su quella ex-jugoslava nel’Adriatico, eppure niente distoglie Bernabè dal “lottare alla morte per Telecom”. Nulla distoglie gli gnomi italiani a interrompere riunioni su fusioni e controfusioni delle banche. Nulla distoglie i grandi capitalisti familisti del Belpaese a piazzare scalate e controscalate, ostili o non ostili. La guerra probabilmente stimola la fantasia. Siamo effettivamente entrati nel periodo dell’Aquario, impazza la New Age e la “vita è bellissima”. Dopo l’ondata moralista degli anni Novanta, dopo l’arrivo del “mercato” e del “rigare diritto”, tutto avrebbe dovuto aggiustarsi. Da un mondo di perdizione stavamo nel mondo della rettitudine. Insomma si profilava all’orizzonte un nuovo Rinascimento, che avrebbe sollevato corpi e spiriti corrotti.

Tutto è invece ancorato alla normalità della vita, con gli uomini attanagliati dal vecchio “peccato originale”. Si bombarda e si muore da una parte del mare, si preparano le vacanze estive, con un briciolo di thrilling, sull’altra sponda, a Igea Marina. Ci si prepara a una lunga guerra, a una catena tragica di deportazioni, violenze e stupri, ma i normalissimi Lucchini, Fausti, Cuccia, Agnelli continuano imperterriti a condurre il “valzer delle banche e degli affari”. Se tutto questo non vi fa impressione, potete continuare a vedere la televisione generalista, con tutti gli optional del telecomando: dalle soap opera, a Maria De Filippi, al Costanzo Show, alle ultime “perle” della Rai, ai dibattiti finto-culturali, fino al demenziale delle “Iene”. Siamo in un mondo migliore, veramente spirituale. Si può finalmente gridare, per protesta: “Viva Epicuro”.

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