
Bertinotti e Padoa Schioppa, le due anime della dis(unione)
Inizia il cammino del governo Prodi, circondato dalle contraddizioni che porta nel suo seno. Esso porta nella rilevanza dell’estrema sinistra, nel profilo culturale e politico della coalizione, il segno della sua intrinseca fragilità. Tale debolezza nasce dal suo stesso dubbio successo elettorale legato a una semplice variazione del riconoscimento degli apparentamenti. La coalizione di governo ha una maggioranza tecnica e non una maggioranza politica, la Casa delle Libertà ha avuto la maggioranza numerica dei voti. Ma soprattutto è stato rinnovato da tanta parte del paese il consenso all’opera del governo Berlusconi, la sua concezione dell’Italia che può crescere soltanto nello spirito e nella pratica della libertà.
Designando Fausto Bertinotti alla presidenza della Camera, l’Unione mostra la sua cultura di riferimento, che rimarrà tale anche se la politica sarà guidata da cambiamenti.
Il governo Berlusconi aveva insediato l’Italia nel cuore dell’Occidente e l’Unione la porterà a una subordinazione alle tecnocrazie dei vari poteri forti europei coperte da un sinistrismo di bandiera. è questa la contraddizione che porta in sé l’Unione, quella che si esprime nel ruolo di garante istituzionale offerto a Bertinotti e quello di garante economico offerto a Tommaso Padoa Schioppa. In questo sta la menzogna caratteristica dell’Unione, che si è posta come un mero cartello elettorale e non ha in se stessa il principio della sua unione politica. Si è visto che la maggioranza reale degli italiani nei voti non era quella constatata dalle dichiarazioni rilasciate dagli elettori dopo il voto: tale è l’aria di regime che la sinistra infonde nel paese che i cittadini interrogati negli exit poll non dicono apertamente la loro intenzione di voto. E questo è il rischio dell’Unione al governo: quello di rappresentare ad un tempo un potere espansivo tendente al controllo sociale e un governo debole e frammentario nell’esercizio delle proprie funzioni. Quale atteggiamento assumere nei confronti di una alleanza da un lato così idealmente schiacciata sull’estrema sinistra e dall’altro così legata ai poteri forti? La Casa della Libertà rappresenta il volto politico della società civile che si esprime mediante la libertà nelle istituzioni democratiche. Questa coalizione che ci governerà e vorrà cambiare la nostra vita senza il nostro consenso è un insieme di poteri e di organizzazioni, un insieme di frammenti che possono diventare una catena per la libertà del popolo.
La posizione di libertà sarà la forza a cui i democratici italiani faranno riferimento nel presentare un altro volto del paese e non vi è dubbio che la fermezza dell’opposizione sarà un criterio e una leva per mettere in evidenza le contraddizioni del governo Prodi. Non a caso tutte le forze della Casa delle Libertà hanno mostrato di volere mettere in luce la continuità con un’azione di governo durata cinque anni.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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