Betty e la sua «prima Pasqua dopo il carcere»

Caro direttore, in questi ultimi anni il periodo di Pasqua è coinciso con una forte apprensione per quello che stava succedendo nel mondo e si è vissuto cercando in tutti i modi di tenere accesa la fiammella del desiderio di ritornare, o meglio, di poter continuare a fare quello che più ci interessa nella vita, ognuno con i suoi pensieri e con la realtà che lo circonda. Alcuni ambienti e alcune realtà sorprendentemente aiutano più di altri a far memoria della Quaresima, della Passione, della Resurrezione e della Speranza.

Nell’esperienza dell’opera di carità che svolgiamo all’interno delle carceri ci riteniamo molto fortunati perché abbiamo sempre tante testimonianze preziose che ci richiamano al cammino verso la resurrezione. Il mondo del carcere, per chi non è mai entrato, è proprio un altro mondo, un mondo dentro al mondo.

Perché per noi è così ricco di significato? Perché è la possibilità di incontrare un’umanità ferita, dolorante, ma a ben guardare una palestra di umanità, un luogo che ti allena ad allargare la tua umanità per accogliere quella dell’altro. Ed è come l’inoltrarsi in un deserto: queste persone sono lì perché spesso si sono trovate sole, senza punti di riferimento, senza affetti, privati di un significato per la vita. E, così, con le loro scelte hanno creato attorno a sé terra bruciata. La vita lì dentro è spesso una lente di ingrandimento sulla propria vita: se uno ha dei vuoti, dei buchi, delle cose irrisolte, lì questi aspetti personali esplodono. Alcuni riescono a fare un cammino, aiutarsi, crescere e scoprirsi diversi.

Betty, un’amica che condivide la nostra esperienza, ha ricevuto un pensiero da uno degli amici del carcere in cui si dice: «La Settimana Santa vissuta in carcere è sempre stata una settimana di passione dove si ripercorre passo passo e stazione per stazione quella che è la salita al Golgota, con una sofferenza infinita ma non una sofferenza cattiva, una sofferenza non fine a se stessa, ma proiettata all’amore verso i tuoi parenti, verso i tuoi cari. Invece la Settimana Santa che sto vivendo fuori dal carcere, lavorando, ha meno questa sensazione di santità, di sofferenza. Essendo la prima Pasqua dopo il carcere, è già una settimana di anticipo di risurrezione, di gioia e di amore nel cuore, non dimenticando le persone conosciute nell’istituto di reclusione che soffrono ancora e alle quali si dedica questa gioia e questa resurrezione proiettati nella preghiera e nella condivisione cristiana. Buona Pasqua a tutti!».

Poco tempo fa, Betty ha avuto un incontro casuale in un reparto del carcere dove è stata fermata da un ragazzo che le ha detto: «Ho visto i tuoi occhi che brillavano quando mi hai incontrato ed ho pensato: deve essere cristiana e quindi può capirmi».

Da lì nasce un’amicizia coinvolgente e sorprendente che genera un’attrattiva impensata anche di fronte a ciò che non si vorrebbe mai guardare.

Un “nuovo amico” scrive in questi giorni: «Il volto di Dio è quello di un Padre misericordioso, che sempre ha pazienza con ciascuno di noi e quella sua misericordia, questa parola cambia il mondo, un poco di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto».

E poiché è anche un musicista ha scritto una canzone: «Signore dammi la Tua acqua per non soffrire più di sete, Illumina la mia strada, fammi camminare con Te. Sei Spirito vivente, tu sei uomo come noi, lasciando la Tua parola hai salvato tutti noi. Tu hai cancellato il mio passato, tenebroso e dolente, mi hai donato un posto in cielo, illuminasti il mio presente. A te allaccio la mia vita e non la sprecherò, mi preparo nell’attesa perché so che tornerai. Parlami, perché il tuo alito è vita, Parlami la tua presenza è verità, Parlami, ogni secondo ogni istante, perché chi cerca nel Tuo cuore cose belle troverà. Con quella forza anche Davide ha sconfitto Golia. Mi hai tolto quel gran peso di vivere in frenesia. Tu mi hai donato sto talento, questa dolce melodia, e in quello oggi ti canto con gioia e allegria… In una stanza in prigione la Tua presenza insieme a noi. Parlami…».

Fabio R.
Associazione Incontro e Presenza

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