
Confuso e sempre più inadeguato, ora Biden rischia l’impeachment

Lo Speaker della Camera del Congresso americano, Kevin McCarthy, ha annunciato ieri il sostegno a un’inchiesta formale che potrebbe portare all’impeachment nei confronti del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. L’accusa, gravissima, è quella di avere tratto benefici economici dagli accordi stipulati dal figlio Hunter con governi stranieri, tra cui Cina e Ucraina. Come scrive Massimo Gaggi sul Corriere della Sera, «Biden non verrebbe condannato, così come non è stato condannato Trump nei suoi due impeachment, perché per defenestrare un presidente serve il voto dei due terzi dei senatori. Ma già impegnare il Congresso in un’ipotetica messa in stato d’accusa del presidente e discutere quotidianamente di sue possibili responsabilità rispetto ai reati commessi (e ammessi) dal figlio Hunter sarebbe molto dannoso per l’immagine di Biden e servirebbe a creare un contraltare all’attenzione per i quattro processi (per ipotesi di reato ben più gravi) che attendono Donald Trump nell’anno elettorale».
Le gaffe in Vietnam, ma Biden «straparla anche a casa»
È iniziato con molte ombre e diverse difficoltà l’ultimo anno di mandato presidenziale di Joe Biden. A partire dall’imbarazzante show visto in conferenza stampa ad Hanoi, in Vietnam, due giorni fa: confuso, barcollante, stanco e a tratti incomprensibile, Biden ha confermato ciò che preoccupa sempre di più gli americani, chiamati a votare per la Casa Bianca tra un anno, e guidati da un presidente che ha intenzione di ricandidarsi ma appare inadeguato e troppo vecchio, sebbene per difenderlo i media che avrebbero già impallinato qualunque altro politico non di sinistra nelle sue condizioni abbiano toccato vette di inesplorato servilismo.
Non si contano più le sue gaffe e le uscite a vuoto, e se per l’ultimo show vietnamita si possono invocare gli effetti del jet lag, non si può ignorare il fatto che, come ha scritto Federico Rampini sul Corriere ieri, «Biden straparla anche a casa sua, sempre più spesso si perde in discorsi che non hanno capo né coda».
Se Biden è impopolare, di chi è la colpa?
L’America che prova a riprendersi la leadership globale al G20 indiano ha un comandante in chief che crolla settimanalmente nei sondaggi, è sempre meno apprezzato dagli americani e sembra non riuscire a capitalizzare neppure le cose che negli Stati Uniti funzionano. L’economia americana va bene, ma Biden è dato alla pari con Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. Come è possibile?
Così come quando la destra vince le elezioni la colpa è del popolo ignorante che si fa abbindolare dalla fake news, così i media mainstream individuano negli elettori americani i colpevoli di una disaffezione per loro inspiegabile, nota ancora Rampini, che riprende una perfetta opinion di Bret Stephens sul New York Times «che “osa” scrivere ciò che per la maggioranza dei suoi colleghi è un’eresia. E cioè: Biden è impopolare perché se lo merita, l’America non è affatto in buona salute e gli americani sono insoddisfatti a ragion veduta».
Anche i democratici iniziano a preoccuparsi
Aumento dei prezzi, degrado dell’ordine pubblico, insicurezza crescente, aumento dell’uso di oppiacei con conseguenze sociali tragiche, crisi migratoria, sono problemi che l’Amministrazione democratica non è riuscita a fronteggiare in modo adeguato, anzi. Eppure Biden gode di buona stampa e appoggio di gran parte delle élite per il semplice fatto di sfidare (molto probabilmente) il cattivo Trump. Una gara che è «un incubo che può solo peggiorare», ha scritto Gerard Baker sul Wall Street Journal: un ottantaduenne sempre meno presente a se stesso contro un ex presidente (di appena quattro anni più giovane) incriminato e accusato di avere commesso 91 reati.
Così, se fino a qualche mese fa la sua ricandidatura sembrava la garanzia per i dem americani di battere ancora una volta Trump, ora tra le file dei liberal statunitensi si fa largo il panico, nota in un altro editoriale il Wsj, che mette in fila alcuni dei punti deboli del presidente. Innanzitutto, la sua età: «la stampa ha cercato di coprire Biden, ma gli elettori si fidano dei propri occhi. Circa il 73 per cento degli elettori registrati nell’ultimo sondaggio del Wall Street Journal afferma che Biden è troppo vecchio per candidarsi alla presidenza».
Poi c’è il tema della sua vice, il fantasma Kamala Harris: «Biden l’ha scelta come sua compagna di corsa nel 2020 per soddisfare le richieste di politica identitaria del suo partito, ma la decisione si è ritorta contro perché lei ha dimostrato poca capacità di comando ed è spesso imbarazzante nelle interviste. Tutti sanno che un voto per Biden nel 2024 è probabilmente un voto per Harris, e i repubblicani lo sottolineeranno fino al giorno delle elezioni».
Il rischio impeachment e la sfida Biden-Trump
C’è poi il già citato caso del figlio Hunter, che ha usato il nome di famiglia per fare affari. Sebbene al momento non ci siano prove di un pagamento ricevuto dal presidente, un’eventuale discussione al Congresso prima e una campagna elettorale martellante su questo processo poi indebolirebbero molto Biden senior. Il rischio concreto di una frenata dell’economia e l’incapacità dell’Amministrazione di gestire il flusso incontrollato di migranti dal confine col Messico, conclude il Wsj, iniziano a far pensare a molti democratici che puntare sulla conferma di “Sleepy Joe” può essere un azzardo: «i democratici potrebbero avere ragione nel dire che Trump sarà ancora una volta la loro salvezza, come lo è stato in ogni elezione dal 2016. Ma se restano fermi sulla proposta Biden-Harris, e si svegliano il giorno dopo le elezioni per scoprire che Trump ha ha ripetuto il suo miracolo del 2016, non potranno incolpare i repubblicani».
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