
BIPOLARE SARA’ LEI!
«Per le politiche eliminerei la quota del 25% e introdurrei il doppio turno, magari con la correzione del modello francese, che prevede il diritto di tribuna». Traduzione. Diamo tutto il potere ai partiti più grandi, cancelliamo la facoltà d’interdizione delle minoranze, aboliamo per legge la possibilità di mediazione, stracciamo l’esposizione e l’incontro tra idee e interessi diversi. Per carità, manteniamo in Parlamento un paio di seggioline, per coloro che non intendono aderire ai grandi schieramenti e diamo loro la possibilità di esprimersi. Una riserva indiana che consenta l’espressione di parola ma solo espositiva. In sintesi evitiamo che questi possano, in qualche maniera, influenzare le decisioni dei grandi. Giudicate voi questa posizione. Sicuramente non è l’espressione di un pensiero di sinistra. Non è neppure un’idea che tiene conto del percorso e della tradizione politica italiana. è un elogio del sistema bipolare americano, decontestualizzato ed epurato dalle caratteristiche socio-culturali di origine. L’artefice di questa proposta è però un uomo della sinistra. La firma porta il nome di Massimo D’Alema. Il ritorno al proporzionale, magari ricalcando il modello tedesco con sbarramento al 5%, è invece una necessità democratica, una questione d’igiene politica. Il proporzionale è l’unico sistema che consente concretamente di verificare i reali rapporti tra i partiti e la società. La riduzione di grandi aggregazioni politiche ad una sola, è estranea alla storia di questo paese e crea forte conflitto per la sopravvivenza. Inoltre, in Italia abbiamo visto che il sistema maggioritario ha solo peggiorato la qualità della politica. Ne è una riprova che anche coloro che nell’opposizione spingono per un ritorno ai presupposti del vecchio modello elettorale, rifiutano di dialogare con la maggioranza. Unica eccezione, Fausto Bertinotti che sul tema dichiara: «Penso che se ne debba discutere punto e basta. Ci si confronta sul merito, non in base all’interlocutore». Applausi, proporzionali.
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