
Blitz contro Esselunga: 20 agenti per controllare 30 operai. «Ecco perché le aziende chiudono»
Novara, il cantiere di Esselunga assediato dalla burocrazia: venti ispettori per trenta operai, una giornata di lavoro persa per i controlli e alla fine 75 pagine di verbale redatte, tutto questo per che cosa? Qualche badge lasciato a casa. Mentre per ottenere i permessi necessari per iniziare i lavori di costruzione del negozio Esselunga di Corso Vercelli ci sono voluti la bellezza di otto anni.
BUROCRAZIA A DUE FACCE. Il vero e proprio «blitz», come l’ha definito il Corriere della Sera, condotto dagli ispettori di Inail, Asl, direzione provinciale del lavoro, Inps, carabinieri, polizia, Guardia di finanza e Guardia forestale per controllare la regolarità del cantiere, è parso alla catena di supermercati di Bernardo Caprotti un po’ esagerato. A maggior ragione perché a Novara, in corso Vercelli, dove a fine 2012 sono iniziati i lavori per il nuovo superstore, sono trascorsi otto anni prima che i permessi fossero rilasciati. E come è stato aperto il cantiere, è arrivato il blitz.
OTTO ANNI DI ATTESA E POI IL BLITZ. «L’idea di un superstore a Novara – spiega Esselunga – ci viene proposta nel 1999. Da lì in avanti abbiamo fatto partire tutti gli iter e le procedure burocratiche: nel 2004 abbiamo chiesto le autorizzazioni ambientali per l’argine che si sono concluse solo nel 2011. Nel 2006 otteniamo le autorizzazioni commerciali, nel marzo del 2011 chiediamo il permesso di costruire che ci viene rilasciato a fine luglio 2012. A novembre iniziamo i lavori e a giugno il blitz». Il 26 giugno, infatti, alle 9 del mattino si sono presentati all’ingresso del cantiere funzionari, agenti e ispettori. In tutto erano in venti. Dalle 9 alle 17 i trenta operai del cantiere per circa due ore l’uno sono stati sorvegliati di modo che nessuno potesse scappare via. Il risultato? Tutto in regola, solo qualche badge era stato dimenticato a casa. E qualcun altro lo aveva ma senza le specifiche richieste per legge.
C’È UN LIMITE A TUTTO. «I funzionari fanno il loro mestiere, è tutto il resto che non torna», fanno notare da Esselunga, che con più di 20 mila dipendenti e 6,8 miliardi di giro d’affari rappresenta un vero e proprio colosso del settore. «Nessuno contesta i controlli che ci devono essere, ma non ci stupiamo del perché in Italia le aziende non riescono a resistere in questo periodo di crisi». E aggiungono: «Non è eccesso di vittimismo il nostro, ma solo il racconto di quello che succede tutte le volte che una grande realtà imprenditoriale italiana ha piani di sviluppo, apre cantieri e spende soldi per investire».
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11 commenti
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Ripeto quello che ho detto riguardo alle pizze al taglio ligure servite al tavolo costate (al gestore dell’esercizio) la modica cifra di 5000 Euro.
Chi organizza i controlli evidentemente ha la testa all’isola di Pasqua. Sapete, no, l’isola che ha tante teste in pietra dette Moai.
Ecco, io mi chiedo: tra tutte quelle teste, qual’é quella piú di c***o?
In questo momento ce n’é davvero tante…
Vivendo in Toscana posso confermare che quando si entra in un negozio Coop si ha l’impressione di entrare in un ufficio comunale, da quanto questa azienda è istituzionalizzata. Veramente, più che entrare in un supermercato sembra di entrare nell’ufficio comunale preposto alla vendita di alimentari vestiario ecc ecc.
Poi per chi sparla di Esselunga come fa il signor Roberto Etrea vorrei ricordare che qui in Toscana la Coop si comporta come i padroni delle ferriere ottocenteschi, licenziamenti senza motivo, orari penalizzanti per i lavoratori, prezzi decisamente superiori a tutte le altre catene commerciali, mentre la CGIL volta sempre la testa dall’altra parte e magari si inventa campagne d’odio contro Esselunga , campagne destinate a svuotarsi nel giro di pochi giorni.
Per informazioni leggere “Falce e carrello”
Mi chiedo perchè una pattuglia di ispettori di Inail, Asl, direzione provinciale del lavoro, Inps, carabinieri, polizia, Guardia di finanza, Guardia forestale, ecc….
…. NON VA MAI A FARE LA STESSA COSA PRESSO UNO DEI CENTRI SOCIALI ABUSIVI DI MILANO (Cantiere, Leoncavallo, Cox, Cascina Torchiera, Macao, Fornace, ecc.. ecc. C’ è solo l’ imbarazzo della scelta).
PS: Esselunga viene perseguitata forse perchè questa azienda è entrata da tempo nell’ odio dei Centri Sociali. Infatti pare che il proprietario non sia abbastanza di sinistra. Quindi è un mostro fascista, schiavista e antidemocratico.
Nel 2010 a Livorno la COOP ha vinto una “gara” per aprie un ipermercato offrendo 30 milioni di euro; ESSELUNGA ne aveva offerti 40 e ha perso la “gara”. Che strano!!!
Ecco le dichiarazioni dei “vincitori”:
Sergio Costalli, amministratore delegato di Unicoop Tirreno, «Siamo determinati a non lasciare spazio a nessun concorrente in Toscana». Un anno dopo aveva ripetuto: «L’importante è che non si insedi la concorrenza». il presidente della società Marco Lami aveva lanciato l’ennesimo avvertimento: «Livorno è nostra»
Se questa non è mafia…..
Una considerazione, ma le Coop non le controlla nessuno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Siamo ormai in un paese con controlli e giustizia a senso unico, poveri noi
Ma perchè non vanno a controllare i centri sociali?
Alessandro, purtroppo temo che tu abbia ragione.