La preghiera del mattino

Non solo Mattarella: l’isteria anti Meloni ha stufato perfino Arisa

La cantante Arisa intervistata da Peter Gomez a La confessione
La cantante Arisa intervistata da Peter Gomez a La confessione, in onda Nove, 27 maggio 2023 (foto Ansa)

Su Startmag Giuseppe Liturri scrive: «Considerato che finora gli unici fondi del Pnrr che sono stati rapidamente spesi sono quelli arrivati direttamente alle imprese e alle famiglie per finanziare gli investimenti in macchinari e impianti digitali con il programma transizione 4.0 e per il Superbonus, Fitto ipotizza di “spostare decine di miliardi verso gli incentivi alle imprese, con meccanismi automatici e rapidi, già sperimentati con successo perché minimizzano l’intermediazione delle pubbliche amministrazioni.” Il ministro è convinto che gli “incentivi che alla luce delle nuove regole sugli aiuti di Stato, ormai ammessi anche per il funzionamento delle imprese, servono a garantire la nostra competitività nei confronti di paesi con forte capacità fiscale. La Germania ha messo sul piatto 200 miliardi. Noi non avremo spazio nemmeno con il piano Repower Eu in discussione, perché abbiamo preso tutta la quota a debito. Dunque dobbiamo rendere la nostra competitività industriale sostenibile. Altrimenti non reggiamo”. Fitto ha preso l’unica strada percorribile per salvare il Pnrr: far diventare soggetti attuatori le imprese – rapide nell’esecuzione ed efficaci nell’individuazione degli obiettivi – e sgravare gli enti locali da una marea di progetti che non porteranno mai ad aprire i relativi cantieri. L’esito dell’operazione che coraggiosamente Fitto – che ci risulta godere di ampia stima e fiducia da parte del presidente Giorgia Meloni – sta portando avanti trova ostacoli a Roma e a Bruxelles».

Liturri descrive la mossa di Fitto per accelerare l’attuazione del Pnrr, dopo la quale c’è stata l’importante scelta di Banca Intesa d’impegnarsi in questa direzione. Ora tocca a Bruxelles accettare le scelte di Roma e favorirne l’attuazione.

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Su Huffington Post Italia Stefano Folli scrive: «In vista delle Europee e del nuovo assetto della Ue, alla Germania (via Von der Leyen) serve un buon rapporto con l’Italia, alla Francia di Macron no. E dei tre, forse noi non siamo quelli che stanno peggio».

E in questo senso, va notato, come spiega un osservatore molto autorevole ma critico del governo qual è Folli, che il peso di Roma nell’Unione Europea sta crescendo.

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Su L’Occidentale Marco De Palma scrive: «“Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione. Insomma, invitava a saper discernere”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando la figura di don Milani a Barbiana nel centenario della nascita».

Anche il presidente della Repubblica aiuta a isolare quei settori politici e dei media che vogliono non criticare e opporsi al governo Meloni, scelta assolutamente lecita, ma istericamente delegittimarlo e zittirlo.

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Sul sito di Tgcom24 si scrive: «È bufera su Arisa in rete dopo le dichiarazioni rilasciate dalla cantante durante la trasmissione La confessione. “Giorgia Meloni mi piace perché ha molta cazzimma”, ha detto la cantante. “Sui diritti Lgbtq+ le sue non sono posizioni aperte ma secondo me si comporta da mamma severa e spaventata. Ci vuole tempo e da parte nostra un cambio di atteggiamento, non sempre in lotta ma in dialogo”».

E che il vento stia cambiando si può cogliere anche da prese di posizione da parte di persone del mondo dello spettacolo assolutamente non conformiste ma che chiedono verso Giorgia Meloni, dialogo e non contrapposizioni inconsulte.

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