Boko Haram decapita sedici pescatori cristiani

Di Redazione
01 Agosto 2015
La setta islamica avanza verso il Ciad. «Il governo cerca di rassicurare la popolazione, ma i ciadiani hanno paura»
epa04835377 Members of the Jama'atu nasiril Islam first aid group, Red Cross helpers and security agents jointly search the scene for victims after a suicide bomber detonated a bomb at a local government building in the Sabon Gari district of the city of Zaria, Kaduna State, northern Nigeria, 07 July 2015. The suicide bomber reportedly entered a local government building as hundreds of civil servants were undergoing an identity check and detonated a bomb, killing at least 20 people. The blast was the latest in a string of attacks that have claimed more than 200 lives in Africa's largest economy in the past week alone. No group has yet claimed responsibility for the attack, but suspicion has been cast on Boko Haram, an extremist group which has killed more than 14,000 people since 2009 as it seeks to establish an Islamic state in northern Nigeria. EPA/STRINGER ATTENTION EDITORS: PICTURE CONTAINS GRAPHIC CONTENT * BEST QUALITY AVAILABLE

Tratto da Acs – Boko Haram ha ucciso e poi decapitato sedici pescatori cristiani sulle rive del lago Ciad, nello Stato nigeriano di Borno. Il massacro ha avuto luogo lunedì scorso ma la notizia è stata diffusa soltanto ieri, perché l’area del Lago Ciad è priva di ogni tipo di collegamento telefonico e i superstiti hanno dovuto raggiungere Maiduguri, capitale dello stato di Borno, per dare l’allarme.

Le vittime sono tutte originarie del Ciad, dove negli ultimi mesi si sono verificati numerosi attacchi da parte dei fondamentalisti, come racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre monsignor Rosario Pio Ramolo, vescovo di Goré nel sud del paese. «Negli ultimi mesi in Ciad gli attentati si sono moltiplicati ed hanno causato oltre settanta morti e duecento feriti». Le violenze si verificano soprattutto nella capitale N’Djamena e nelle aree al confine con la Nigeria.

L’aumento di tali episodi è legato all’intervento del governo ciadiano contro Boko Haram, in particolare nell’area intorno al Lago Ciad, le cui acque bagnano Nigeria, Ciad e Camerun. «Il presidente ciadiano Idriss Déby, ha dichiarato apertamente guerra ai i fondamentalisti – racconta monsignor Ramolo – e questi atti rappresentano un tentativo di vendetta. Prima d’ora gli estremisti non avevano agito in Ciad, nonostante fosse al confine con la Nigeria». Le autorità ritengono inoltre che alcuni islamisti si siano infiltrati tra i profughi centrafricani o tra i ciadiani rimpatriati dalla Repubblica Centroafricana. Sono stati dunque intensificati i controlli e sono stati proibiti indumenti che coprono totalmente o parzialmente il volto, come il burqa o l’hijab, il velo islamico. Da mercoledì scorso, il sindaco di N’Djamena ha stabilito che l’accattonaggio è divenuto illegale per motivi di sicurezza.

«I cristiani non sono gli unici ad essere nel mirino dei fondamentalisti», afferma il presule notando come anche i musulmani moderati siano vittime delle violenze. A fine giugno un ordigno è stato fatto esplodere nell’accademia di polizia della capitale causando almeno trenta morti e circa cento feriti. «Alcuni religiosi mi hanno raccontato di aver ritrovato resti umani nel cortile dell’arcivescovado che si trova poco distante dal luogo dell’accaduto». Poi a luglio in un mercato di N’Djamena, un kamikaze travestito da donna si è fatto esplodere. Il presidente Déby ha fatto sapere che non intende cedere alle minacce e ieri l’Assemblea Nazionale ha approvato un disegno di legge per la lotta al terrorismo.

La tensione si diffonde ora anche in altre aree. «Ad esempio a Moundou, nel Sud del paese, sono stati recentemente fermati alcuni soggetti – spiega il presule – Il governo cerca di rassicurare la popolazione, ma i ciadiani hanno paura».

Foto Ansa

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2 commenti

  1. SUSANNA ROLLI

    Proprio non ho parole..

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