
Born in the Usa, again
C’è un’altra America. Non è numericamente rilevante, la coglie solo chi è interessato alla qualità della vita. È l’America di qualche carcere dominato da un odio anticattolico, portato da detenuti di alcune sette protestanti o musulmane. Lì, inopinatamente, un carcerato ha incontrato il cattolicesimo, leggendo prima una rivista e poi avviando una corrispondenza con alcuni cattolici, quindi incontrando questi suoi nuovi amici che vanno a parlargli in carcere ogni quindici giorni. Un fatto banale, apparentemente, ma il sorriso che si stampa sulle sue labbra colpisce perché è il frutto di una esperienza di libertà impensabile. Alcuni carcerati gli chiedono il perché di questo suo cambiamento e vogliono leggere quello che legge, seguire ciò che ha incominciato a seguire. In un altro punto dell’America, Evansville, c’è un protestante di nome Rod, che rimane colpito da un suo professore di nome Mike e dai suoi amici, e vuole frequentare questa comunità anche se cattolica. Dopo un po’ di tempo invita altri amici protestanti che restano affascinati perché incontrano cattolici che amano Cristo, che lo mettono a tema come il centro della vita. Strano, perché di solito i cattolici sembrano parlare solo di temi morali. L’unità che si viene a creare fra tutti loro è più grande di pregiudizi ideologici secolari. Si può raccontare anche di un incontro tra preti, a cui ha partecipato anche un sacerdote incaricato di seguire i preti pedofili. Quest’uomo era arrivato quasi alla disperazione, tanto si sentiva solo tra “reietti”. Ma ha riscoperto la sua vocazione quando ha ascoltato “Le nozze di Cana” da monsignor Albacete: Maria, attraverso la sua verginità, ha scoperto il bisogno che gli altri non vedevano. Anche per questo prete e per gli altri (cominciano a essere in tanti) questa è la risposta misteriosa all’attacco violento e distruttivo di questi tempi. Nel Missouri c’è il capitano dell’esercito Usa che, come un centurione di 1800 anni fa, ha incontrato il cristianesimo, ma non abbandona l’esercito e, misteriosamente certo anche se pieno di domande irrisolte, fa il soldato, desiderando vivere la sua condizione da cristiano. Vuole essere umano in quello che fa. Umano nel dirigere i soldati. La sua posizione emblematica simboleggia il travaglio di molti, che sono certi su un punto e nello stesso tempo aperti a scoprire in modo più profondo e meno schematico il significato di questo momento storico. Si potrebbe andare avanti a lungo, ma questi esempi bastano a mostrare questo segno di novità che c’è in America. Che cosa insegna al mondo quest’altra America? Ci insegna che, come desideravano i suoi fondatori, ogni singolo uomo può cercare e trovare la verità, e fare esperienza della felicità. Questi nuovi cristiani, di cui parlavamo, sono pieni di difetti, di incertezza, per nulla eroici o superuomini, ma hanno scoperto che l’esperienza può essere, anzi è cattolica: l’io, il singolo io può scoprire la verità, verificarla, qualunque sia la sua razza, la sua estrazione sociale, la sua condizione. Può scoprirla come corrispondenza personale, oggettiva e razionale, perché risponde alle sue domande. Il sogno dei fondatori americani, rimasto sogno e spesso diventato violenza, è esperienza reale in piccole compagnie dove è presente il Dio fatto uomo. È ciò che don Giussani aveva previsto nel primo capitolo del Senso religioso: non è un caso che cinquanta tra i principali filosofi e teologi americani si troveranno a Washington ai primi di aprile per discutere del rischio educativo, ritenendo don Giussani un pensatore capace di illuminare molto della mentalità americana. Non per niente, un pastore metodista, professore universitario, ha adottato come testo per il suo corso Perché la Chiesa di don Giussani, e lo ha presentato il 13 marzo a Montreal. «La verità vi farà liberi», è già successo duemila anni fa e alla fine dell’Impero romano. Sperare in questo piccolo segno non è di chi è pietista o si rifugia nel religioso, ma è di chi capisce che i passaggi della storia avvengono quando l’uomo cambia mentalità.
Ci vuole un po’ di tempo per vederlo.
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