Bricolage elettorale

Di Addis Piero
05 Maggio 1999
Ufficio Reclam 16

Il referendum è passato, i suoi mille miliardi anche. Ma la stagione del voto non è ancora finita: tra poco la macchina elettorale riparte alla conquista di Strasburgo. Nuovo giro, nuova corsa e nelle città stelle e stelline fanno capolino dai pannelli pubblicitari del comune non ancora ripuliti dai sì e dai no del 18 Aprile.

I protagonisti delle prossime elezioni non perdono tempo e sfornano già manifesti e slogan più o meno fatti in casa. (I partiti raramente si rivolgono alle agenzie di pubblicità per mettere a punto le strategie di comunicazione o per curare l’immagine dei propri candidati).

Così prolifera una sorta di bricolage elettorale, (mettici una foto, un cognome, uno slogan, uno stemma e il manifesto è fatto) con risultati spesso deliranti. Il signor Corsaro, per esempio, candidato di Alleanza Nazionale va all’arrembaggio del Parlamento Europeo puntando tutto sul suo nome che usa in forma contratta persino nel titolo: “idee in corsa per l’Europa”. Idee di cui per adesso non si ha notizia, neanche a leggere da vicino i manifesti di cui è tappezzata Milano. Perché votarlo? Chi può dirlo. Ma il peggio deve ancora venire, quando ormai tutti i muri rigurgiteranno primi piani e slogan a effetto che non convincono più nessuno. Confidiamo nella tanto attesa comparativa, per avere qualche idea, qualche scossone creativo (un onorevole che lavi più bianco) capace di risollevare lo sguardo di un elettore-consumatore sempre più disorientato dalle parole che gli piovono addosso. Ma di questi tempi in cui piovono bombe, forse va già bene così.

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