
Buccinasco: «Vogliono toglierci più di mille euro per bambino. Così, non sopravviveremo»
Non si chiude la vicenda dell’asilo “Don Stefano Bianchi” di Buccinasco. Dopo che il commissario comunale ha tagliato i fondi alla scuola paritaria, le rette sono aumentate del 300% e molti genitori non sono più in grado di iscrivere lì i propri figli. Il Comune non ha fornito un programma di alternative valido per assorbire i bambini il prossimo anno e la stessa sopravvivenza della scuola è in pericolo. Ieri, un genitore ha rivelato a tempi.it che «è partita una trattativa con il capo di gabinetto del prefetto, Donato Cafagna. Ci vorrà del tempo, bisogna lavorare molto bene sui fondi e sulle iscrizioni. Ma almeno ci siamo potuti confrontare, e questo è un bene».
«Con il commissario Francesca Iacontini non c’era possibilità di dialogo – racconta un papà –. Il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, invece, si è dimostrato subito interessato alla scuola, dicendosi vicino alle famiglie». L’obiettivo dei genitori rimane lo stesso: che la convenzione stipulata nel 1982 tra la scuola e un governo di Rifondazione comunista non venga sospesa e che le rette non lievitino. L’apertura del prefetto permette di sperare in qualche manovra positiva che non gravi eccessivamente sull’economia di trecento nuclei familiari.
Tuttavia, il destino incerto della scuola – fondata cinquant’anni fa da don Stefano Bianchi e che ospita il 40% dei bambini del Comune – frustra il clima sereno dell’asilo. «C’è molta tensione. Improvvisamente, molti rischiano di perdere il lavoro – dice a tempi.it Giovanna Villani, del consiglio d’amministrazione dell’opera –. Abbiamo dato lavoro ad alcune ragazze che sono venute dalla Sicilia per condurre il doposcuola. E adesso rischiamo di chiudere».
Quello che stupisce, tuttavia, è «l’unità fra gli insegnanti. Ognuno condivide la sorte dell’altro, e si è creato un bel clima di mutuo sostegno. Mi troverei a disagio a ridurre il personale adesso». Inoltre, non sarebbe una scelta ragionevole per l’economia di Buccinasco. «Oltre alla spesa comprensiva di locali, riscaldamento, pulizie e ristrutturazione, con la convenzione comunale di 585 mila euro coprivamo anche le spese di gestione. Il taglio deciso dal commissario, però, riduce l’apporto a circa 500 euro per bambino all’anno: una cifra irrisoria per qualsiasi istituto. Vogliono toglierci più di mille euro per bambino. Così, non sopravviveremo».
twitter: @DanieleCiacci
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