
Buda (Pdl), sindaco che ha espugnato Cesenatico: «Vi spiego come si raccoglie il voto dei moderati»
Roberto Buda, 38 anni, 10 passati in Consiglio comunale, cattolico, appassionato di calcio, professore di Fisica, è il nuovo sindaco di Cesenatico, roccaforte rossa dal Dopoguerra in avanti. Buda, forse l’unica vera soddisfazione elettorale del Pdl alle comunali 2011, ha espugnato il Comune romagnolo prendendo il 52% dei voti al ballottaggio contro il 48% dello sfidante del Pd Panzavolta. Ancora più interessante, il suo schieramento riuniva, oltre al Pdl, anche Lega, Udc e Partito repubblicano. A Tempi ha raccontato la sua campagna elettorale e come ha fatto a conquistare il voto moderato.
Roberto Buda, dal Dopoguerra fino a ieri a Cesenatico aveva sempre dominato la sinistra. Come ha fatto a vincere?
Non è stato facile, la mia è una candidatura nata contro tutto e tutti. Sono 10 anni che lavoro in Consiglio comunale, tra la gente, la mia candidatura viene dal basso, dalla base: dopo un po’ anche i vertici del partito se ne sono accorti. La gente comune ci ha sostenuto, si è coinvolta con entusiasmo, abbiamo portato a votare gente che non lo faceva da anni.
Su quali temi ha puntato per raccogliere il voto dei moderati?
Ci siamo concentrati sul coinvolgimento e la ripresa del dialogo con le forze vive e attive sul territorio. Abbiamo ridato importanza e voce all’impresa, all’artigianato e agli operatori turistici. Miriamo a risolvere il problema degli allagamenti, che affliggono Cesenatico ogni volta che piove un po’ più del normale. Infine, vogliamo condurre una lotta spietata alla burocrazia: per ottenere un qualsiasi permesso da noi ci vuole un anno.
Come avete fatto a unire partiti, come Pdl e Udc, che a livello nazionale quasi non si parlano più?
A Cesenatico abbiamo capito che la persona viene prima delle logiche di partito. Con molte persone, anche di altri schieramenti, è nato un rapporto di amicizia in Comune. Io poi, per la mia storia e i miei valori, sono molto vicino all’Udc. La Lega mi ha sostenuto subito e anche i Repubblicani, grazie al lavoro di questi anni in Consiglio. Per la prima volta tutti i candidati e i partiti hanno lavorato uniti in campagna elettorale, perfino al ballottaggio, quando non ci sono più le preferenze da prendere e di solito ci si dilegua un po’.
Come è andata la campagna elettorale?
E’ stata strepitosa, quasi quasi mi dispiace che sia finita. Ogni nostro evento e manifestazione è stata un successo. La gente veniva in gran numero, che ci fossero a parlare persone importanti o no. Come persona è stata un’esperienza arricchente, ho incontrato tantissime persone e loro hanno capito che ero un candidato credibile.
Come mai, dopo tanti anni, siete riusciti a prevalere sulla sinistra proprio adesso, in controtendenza rispetto al resto d’Italia?
Per due fattori: prima di tutto, veniamo da cinque anni di amministrazione del centrosinistra che hanno allontanato il Comune dalla gente. Cinque anni, oltretutto, di mala gestione della cosa pubblica. La seconda cosa è stata la proposta da parte nostra di un candidato sindaco che fosse da tempo in mezzo alla gente. Una proposta davvero di buon senso che, all’inizio, è stata ostacolata dai vertici. Poi però i nostri dirigenti si sono dovuti ricredere.
Quando è partito con la campagna elettorale, pensava che avrebbe vinto?
Quando ho cominciato non sapevo che cosa credere, poi girando tra la gente mi sono reso conto che ce la potevo fare anche se il centrodestra adesso non gode certo di buon nome. Il centrosinistra poi, specie ai ballottaggi, ha chiamato tutti a parlare: Errani, Franceschini, Bindi, Bersani. Tutti che puntavano sul “non consegnate la città a Berlusconi”. Cercavano di spostare l’attenzione a livello nazionale, per non parlare di Cesenatico. Lì ho temuto di perdere e invece la gente ha capito, non si è fatta ingannare.
Il Pdl è ancora in grado di riunire le forze moderate del paese?
Assolutamente sì.
Come?
Deve riprendere i contatti con i problemi della gente, con la base, con le città. A volte noi sentiamo lontani i nostri vertici, spesso troppo presi da problemi che contano solo a Roma. Ma quando si riprendono i contatti, la gente dimostra di essere vicina a quello che c’è scritto nella carta dei valori del Pdl. Io l’ho fatta leggere a tutti e la gente era stupita: centralità della persona, impegno per rispondere ai problemi dei cittadini, rispetto dell’ambiente, sostegno dei più deboli e della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna come viene sancito dalla Costituzione. Insomma, i valori del Partito popolare europeo.
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