
“Caduto Berlusconi, spread in ribasso”, dicevano. E adesso? – RS
“Vorrei prima di ogni altra cosa, quanto a buoni proponimenti per l’anno incipiente, che coloro i quali hanno detto sonoramente ‘caduto Berlusconi, spread in ribasso’ ammettessero di essere stati un po’ coglioni. Tutti siamo stati, chi più chi meno, chi prima chi poi, un po’ coglioni. E quelli che lo sanno, lo ammettono, lo hanno riconosciuto in circostanze varie, meritano il rispetto degli altri” (Foglio, p. 1).
Quelli che se ne fregano, invece, “non meritano alcun rispetto. Banchieri, giornalisti, esperti, leader politici: la lista è interminabile, e qui non si fanno inutilmente i nomi, non si proscrive nessuno. Anzi, in funzione politicamente pedagogica, sarebbe bello se i grandissimi cazzoni che si sono illustrati in questa acrobazia si associassero in una specie di alcolisti anonimi, e si godessero la vita ma sapendo, nel loro intimo, che hanno politicamente, socialmente, umanamente, culturalmente prospettato in ragione di una ingenerosa cazzata” (Foglio, p. 1).
“Michele Serra faccia dunque meno lo spiritoso, lui che è così sensibile alle buone ragioni in generale, e la smetta di dire che quella sullo spread incambiato dopo la caduta di Berlusconi è una solfa contropropagandistica indegna di una civile pubblicistica. Tra le tribune che hanno reso possibile quella turlupinatura, molte sono di sua stratta pertinenza, a stampa e televisiva. Alla luce della fatale e grottesca affermazione, naufragata in modo tanto clamoroso dopo una verifica ormai duratura e insindacabile, andrebbe rivista tutta la storia politica dell’attacco ossessivo, compulsivo, disordinato e fanatico, a Berlusconi e al suo governo. In quel grido bugiardo, verificatosi come segnacolo in vessillo del perfetto sprovveduto, stava la verità psicologica sinistra di un’opposizione cieca, senza alternative, determinata solo e soltanto a distruggere per distruggere, incurante dell’interesse all’equilibrio e alla razionalità che, specie in epoca di crisi, dovrebbe guidare le scelte civili” (Foglio, p. 1).
Accusare Berlusconi di essere la causa dell’impennata dello spread, “non è stata una gaffe, è stata la bandiera di frastornante stupidità di un esercito di mestatori che ha inquinato la legittima battaglia contro Berlusconi. Non ne deriva, dal ristabilimento della realtà dei fatti, che noi avevamo ragione; ma che loro avevano torto, questo sì” (Foglio, p. 1).
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