
Calciomercato. Se anche Berlusconi per risparmiare si tiene Allegri, siamo fritti
È straordinario questo periodo stagionale. Uno aspetta l’estate tutto l’anno (come quel tale in Azzurro) e all’improvviso ecco l’inverno. Mi ricordo esattamente il 3 giugno di dieci anni fa: andai a una festa a San Donato Milanese (ora solo pianto e stridore di denti) e ci saranno stati quaranta gradi. Mi friggeva la permanente. Adesso vado in giro come se fosse aprile, fine marzo e, verso sera, se non sto attento, mi si gela il pisello. Le mezze stagioni non ci sono più ma neanche quelle piene. Belin, che freddo.
Però, inossidabile come sempre, ecco la stagione del calcio mercato. È l’unico momento di vera unità nazionale. Perché anche se non c’è una lira, anche se Radamel Falcao una volta sarebbe venuto a giocare in Italia e adesso si ferma poco prima del confine, a Monaco, comunque c’è sempre la voglia di sognare. Però anche i sogni non sono più quelli di un tempo. Una volta sognavi Pelé (e non ci fossero state le frontiere chiuse sarebbe arrivato), Maradona (è arrivato), Ronaldo (è arrivato), adesso sogni Higuain. Un tracollo verticale. Eppure il popolo sogna sempre, chiede informazioni, mi guarda come se fossi l’oracolo di Delfi nel suo miglior periodo di forma e vuole che snoccioli cessioni e acquisti. E io posso deludere il popolo? Giammai.
Però, compagni e amici, se pure il Berlusca non scuce più un ducato, siamo fritti. Per risparmiare si è tenuto Allegri e sta riciclando Bondi.
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