
Calciomercato “pirotecnico”? No, speculazioni su una Serie A sotto scacco

Leggo che l’Italia è a rischio speculazione economica. Vecchie volpi del mercato finanziario svolazzerebbero come avvoltoi sui nostri conti a rischio recessione. Occhio all’autunno. In attesa di vedere cosa si inventeranno costoro, le vecchie volpi del mercato calcistico sono già scese in picchiata su di noi e hanno fatto quello che hanno voluto.
Il calciomercato dell’ultima spiaggia
Una certezza, questa, perché a chiusura di questa infinita sessione di calcio mercato, che qualche avanguardista ha definito “pirotecnica”, la speculazione nei nostri confronti è già in atto. L’Italia del football è sotto scacco europeo, siamo una specie di ultima spiaggia, di refugium peccatorum o, a vederla da un punto di vista laico, di allegro museo delle cere. Peccato che Cristiano Ronaldo non sia tornato tra di noi, dopo il mediocre triennio juventino e il malinconico ritorno a Manchester (United), perché così l’ultimo vuoto sarebbe stato riempito.
Siamo diventati il calcio dell’ultima spiaggia, dove tutti arrivano perché hanno esaurito le esperienze nelle più note località balneari, quelle più alla moda, quelle più vincenti delle nostre. Oppure fanno tappa qui, prima di volare altrove. Auguro a Kvaratskhelia e De Ketelaere, a Napoli e Milan, di restare a lungo insieme, ma se continuano così la vedo dura.
Un anno per Di Maria, Umtiti a Lecce, Fabregas a Como
Hanno trionfato l’usato sicuro (sì, insomma), il figliolo pentito (non prodigo perché è pieno di grana), l’anziano campione all’ultimo urrà e con un nome buono per aizzare l’entusiasmo popolare, il calciatore che qualche anno fa doveva andare in un grande club e ora si accomoda in provincia, il tizio spacciato per giovane che tanto giovane non è. Insomma, abbiamo ripreso Paul Pogba, ingaggiato Angel Di Maria per un anno (un anno), ripreso Romelu Lukaku che ha vissuto la trasferta Londra come se fosse una località transilvana con Dracula in action, in serie B (a Como) si è sistemato Cesc Fabregas di anni 35.
Il Lecce ha preso Umtiti che un fino a un anno fa, ad ogni sessione di calcio mercato, doveva andare alla Juventus, e invece ora sta giù, tra pizzica e taranta. E forse ci sta anche meglio, da un punto di vista climatico e di assenza di pressioni. La Samp ha avuto Harry Winks dal Tottenham e ho letto sui social che qualcuno l’ha definito “giovane”. A 26 anni certo lo si è in generale, ma nel calcio, via, siamo nell’età matura. Ora auguro a Winks di fare un grande campionato, ma mi chiedo che cosa significa se una squadra inglese si libera di un inglese.
Il calciomercato in Italia, la raccolta delle figurine
Sull’Italia si specula, si fanno pressioni, basta vedere quanto ha svolazzato attorno al Vesuvio Jorge Mendes, il potentissimo manager di CR7 per convincere De Laurentiis a prendere il suo protetto. Ma la colpa non è loro, è nostra. Non si programma più, si naviga a vista. Anche la coppia Berlusca-Galliani a Monza, ha fatto la raccolta delle figurine. Campioni dismessi, vecchie glorie, rimasugli. Certo non si pretendeva che arrivassero Gullit e Van Basten, Shevchenko e Kakà, però si poteva costruire dal basso, non calare dall’alto.
Ecco l’Italia è tutto un far scendere giù e, a parte Milan, Atalanta e Sassuolo, mai un salire su. Non torneranno i tempi di Platini e Zico, Maradona e Rummenigge, ed è anche inutile rimpiangerli, ma tutti questi stranieri un tanto al kilo che senso anno? Che idea di calcio rimandano? Un’idea vecchia, limitata, un vedere l’effetto che fa nel breve termine. Tanto poi si ricomincia. Pirotecnici.
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