Calciopoli. In nome della morale abbatte il morale del Paese

Se la nazionale di calcio avesse perso contro la Germania, ciò avrebbe significato che la sconfitta era la pena che giustamente toccava a calciatori corrotti. Perché se le partite erano truccate, i giocatori dovevano essere parte della vicenda, non potevano non conoscerla. Invece, il fatto che la vittoria a Dortmund coincidesse con l’arringa del procuratore Stefano Palazzi (in foto) che chiedeva il massimo della pena per Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio, fa nascere un problema: un calcio che vince può essere un fiore del male? Una partita domanda un fortissimo senso di squadra, una mobilitazione straordinaria, concentrazione mentale ed energia fisica. Ciò mostra che il morale della squadra era veramente alto, come s’è visto poi nella finale con la Francia.
Il morale è una cosa diversa dalla morale, esso indica un sentimento collettivo o personale di soddisfazione e di impegno, mentre la morale indica un precetto o una intenzione. Ma le due cose sono connesse. Dobbiamo pensare che se veramente il calcio, nelle sue migliori squadre, fosse così corrotto come Palazzi pensa, anche il morale sarebbe stato basso.
Ma ancora una volta questo conflitto tra i giudici e il terreno reale fa pensare al dramma dell’Italia dal ’92 in poi; da quando cioè i giudici hanno iniziato, in nome della morale, ad abbattere il morale del paese. L’Italia è l’unico paese in cui si può dire che il sistema dei giudici è divenuto una insidia alla vitalità del paese. è come se la funzione giudiziaria fosse una sorta di tribunale etico che opera con l’intenzione di deprimere il sistema reale e far sì che i giudici possano assumere la funzione della moralità incarnata. Come è noto, i processi di Mani Pulite finirono tutti nel nulla, salvo quello a Bettino Craxi. Non poteva essere più chiaro che la finalità dell’intervento dei giudici aveva una valenza ulteriore rispetto alla lettera della legge. In essi operava il sentimento di essere un potere regola a se stesso, che assumeva un ruolo di ultima decisione sulla vita politica italiana per renderla morale. è mancato ai giudici il senso dello Stato e della nazione, la conoscenza della vita reale del paese. A fianco delle assoluzioni degli imputati di Mani Pulite sta la rovina del sistema politico italiano da cui non siamo ancora usciti.
L’episodio del calcio italiano, condannato dal tribunale sportivo nella persona di Palazzi, mentre la squadra vince la finale della Coppa del Mondo, è un simbolo di questo conflitto, tra un potere che vuole rendere giustizia anche se ferisce il mondo a cui la giustizia deve essere applicata. Nelle mani della giustizia sono finiti il sistema politico, bancario e ora il sistema del calcio. La vita del paese è il contrario della moralità o l’ideale etico dei giudici va oltre il dato reale? è giustizia una giustizia che si fonda sulla distruzione della realtà che la confronta?
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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