California: un po’ sogno, un po’ incubo

Di Lorenzo Albacete
06 Novembre 2003
Questa settimana sembrava che la California stesse per essere distrutta dal fuoco

Questa settimana sembrava che la California stesse per essere distrutta dal fuoco. Qui a New York osserviamo questi eventi con perplessità. Gli abitanti di New York hanno comunque difficoltà ad immaginarsi la vita nel resto del paese. Sebbene le squadre sportive che giocano contro quelle di New York (e talvolta addirittura vincono) dimostrino che esistono altri luoghi, nella coscienza dei newyorkesi sono ben pochi i luoghi dotati di un’esistenza autentica e stabile. Esiste Boston: è dove non possiamo permetterci di mandare a scuola i nostri bambini. Si trova da qualche parte vicino a Cape Cod, dove i Kennedy possiedono i loro castelli. Esiste Washington DC: è dove i nemici di New York City spendono il denaro prodotto dalla città. Esiste Miami: è dove vanno i vecchi newyorkesi per parlare della vita di New York e per morire in pace. Esiste Chicago: è dove abitano i parenti dei mafiosi di New York. Luoghi come Dallas, Houston, Atlanta e Denver sono invece creati dagli interessi dell’industria televisiva, e perciò esistono soltanto quando si vedono in televisone. Infine, c’è la California: qui esistono posti come San Francisco, Hollywood, Los Angeles; e anche il Messico esiste. La California sembra avere un’esistenza stabile e continua. Hollywood continua a sfornare film e nuove stelle del cinema. Il cuore del cantante Tony Bennet vaga ancora sperduto per San Francisco (chissà quanti anni ha ora Bennet? Vive forse a Miami?). Los Angeles ha portato via da Brooklyn la nostra squadra di baseball, e il Messico produce senza posa nuovi messicani, che ora formano la minoranza etnica in più rapida crescita a New York. E poi ci sono questi disastri che colpiscono costantemente i californiani. I newyorkesi li guardano con una certa invidia. Gli piace affermare che la vita a New York sia più difficile che in qualsiasi altro posto. Il concetto è questo: se continuiamo nonostante tutto a vivere qui, è perché abbiamo un lavoro molto importante o un sacco di soldi da spendere. Ma in California ci sono incendi che ogni anno quasi la distruggono, più terremoti, frane e strani attori-politicanti. Eppure, la gente rimane ed è contenta! I newyorkesi lo vedono e si preoccupano per la possibile rivalità. Ma quando visitano la California, non vedono nessuna prova di tutti i disastri di cui parla la Tv. Al contrario, il clima è assolutamente magnifico, le spiagge bellissime, la gente meravigliosa, e il ritmo di vita rilassante. Ecco perché le notizie dei disastri vengono sempre accolte con perplessità. Forse fanno davvero parte di una qualche produzione hollywoodiana. Alla fine della settimana, tuttavia, gli incendi sembrano essersi ridotti e le “città” della California (San Francisco, Hollywood, Los Angeles, e il Messico) essere sopravvissute ancora una volta. I telegiornali hanno ricominciato ad occuparsi della vita nel resto del mondo, dove gli americani continuano a morire quotidianamente mentre il Presidente insiste che le cose non vanno poi tanto male. L’economia, invece, sembra essere alquanto migliorata. Ma poiché la maggior parte dei disoccupati newyorkesi non vede molte prove di questo grande miglioramento si immagina che debba essersi verificato molto lontano, in luoghi come la California.

Traduzione di Aldo Piccato

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