Ora il Canada sguaina l’eutanasia contro i tossicodipendenti

Dopo aver reso la vita impossibile e la morte accessibile a disabili e senzatetto, il paese punta ai drogati. Del resto migliaia di morti da overdose potevano "salvarsi" facendosi ammazzare dallo Stato

Il Canada si prepara a dare l’eutanasia anche agli ultimi avanzi della società: i tossicodipendenti. Dopo averla promossa, elargita, resa desiderabile ma soprattutto inevitabile a malati terminali, disabili, senzatetto, poveri, depressi e dementi tocca quindi ai drogati beneficiare della morte assistita.

È l’ultima frontiera della “compassione”, la stessa per capirci rivendicata dai “club compassionevoli” – appunto – che a Vancouver vendono eroina e cocaina pura e non contaminata alla luce del sole. Tempi ve ne aveva parlato qui: troppe le morti di overdose in British Columbia (nei primi sei mesi del 2023 ci hanno lasciato la pelle 1.200 persone), da gennaio vendita, possesso e consumo di 2,5 grammi al giorno di cocaina, eroina, oppioidi, metanfetamine ed ecstasy saranno legali nella provincia canadese.

Troppi drogati? Il Canada scommette sugli “spacciatori etici”

Si scrive “sperimentazione” si legge “finale da brivido” come quello del “modello Oregon” che in capo a un anno dalla geniale trovata contava un aumento del 52 per cento delle morti per overdose. La droga è diventata la prima causa di decesso tra le persone di età compresa tra 10 e 59 anni. Perché allora non provare a salvarle uccidendole con l’eutanasia? Del resto è in un’altra provincia del Canada, il Quebec, che si è sdoganata la logica perversa dell’“uccidiamoli così non dovranno suicidarsi”, la stessa che ha aperto al “Maid per tutti”, e che non discrimini nessuno.

E così, dopo gli “spacciatori etici” che ti ammazzano ma con roba buona, arrivano i samaritani universali: perché limitarci a consentire l’eutanasia per i malati mentali? È colpa dei drogati se soffrono di disturbi indotti da una sostanza invece che correlati ad una condizione psichica? Come possiamo discriminare persone così fragili e vulnerabili?

Eutanasia ai drogati, «è eugenetica»

Va da sé che alla conferenza annuale della Canadian Society of Addiction Medicine della scorsa settimana i riflettori fossero tutti puntati sui drogati e la necessità di saper discernere un «desiderio ragionato di morire» da una semplice «tendenza al suicidio», cosa che quando c’è di mezzo l’alcol o gli stupefacenti è sempre difficile (per non dire impossibile, come attesta la tragica testimonianza di Christopher Lyon sul Maid elargito a suo padre).

Uccidere, uccidere, uccidere. La scorsa settimana il parlamento ha affossato il disegno di legge C-314, noto anche come legge sulla protezione della salute mentale che avrebbe modificato il codice penale stabilendo che un disturbo mentale non è una condizione medica “grave e irrimediabile” per la quale una persona potrebbe ricevere il Maid. “Avrebbe”: poco importa se alle latitudini delle comunità terapeutiche o dei professionisti della riduzione del danno – che pure non hanno mai messo becco sulla morte assistita -, si è alzata la voce per ricordare che anche un tossicodipendente ha bisogno di medicine, metadone, non di droghe buone, tantomeno di intrugli letali. Poco importa se gli attivisti hanno chiamato “eugenetica” lo sguainare aghi e boccette verso i drogati.

La vita impossibile e la morte accessibile

I sinceri democratici hanno già reso ai poveracci la vita impossibile e la morte accessibile, figuriamoci ai reietti che popolano il ghetto dell’eroina di Vancouver. «Chi viene trovato in possesso di una dose inferiore a 2,5 grammi non è un criminale ma una persona che ha bisogno di aiuto», ha stabilito il governo locale depenalizzando le droghe pesanti: da domani potrà offrire anche un compassionevole giaciglio sotto terra.

Lo scorso anno in Canada 13.241 persone hanno chiesto e ottenuto eutanasia o suicidio assistito. Il 31,2 per cento in più rispetto al 2021, il 4,1 per cento di tutti i decessi in Canada. Il che significa che dalla legalizzazione al 31 dicembre 2022 ci sono state 44.958 morti assistite. Nello stesso periodo morivano di overdose più di 30 mila persone in tutto il Canada. Che avrebbero potuto salvarsi facendosi ammazzare dallo Stato.

Foto di Jon Tyson su Unsplash

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