Canada. I genitori di figli Down «devono difendersi dall’aborto»

Di Leone Grotti
05 Giugno 2016
I genitori di bambini con la Trisomia 21 raccontano il pregiudizio del sistema sanitario e dei medici: «Se decidi di tenere il bambino, ti guardano come se fosse un'aberrazione»

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«Se due genitori scoprono che stanno aspettando un figlio con la sindrome di Down e decidono di proseguire la gravidanza, vanno forse considerati degli irresponsabili nei confronti della società?». La domanda del dottor Jean-Claude Forest, presidente del Comitato di coordinamento del programma di individuazione della Trisomia 21 nel Quebec, è retorica. Ma nei fatti la risposta veicolata dalla società canadese è una sola: “sì”.

«È OVVIO». Julie Faucher e suo marito Nathan, canadesi residenti in Quebec, l’hanno scoperto sulla loro pelle. Quando Julie ha saputo di attendere una bambina Down era una giovane mamma e ha pensato subito all’aborto: «Per me era ovvio che non si poteva essere felici con un figlio Down ed era ovvio che non l’avrei tenuto. Ma mio marito mi ha detto: “Beh, per me non è affatto così ovvio”».

PRESSIONE DEI MEDICI. Impauriti e indecisi sul da farsi, Julie e Nathan hanno cercato aiuto nel sistema sanitario. Ma non l’hanno trovato. I medici, infatti, invece che rispondere alle loro domande su come sarebbe stata la vita con un figlio Down, non facevano che consigliare loro di interrompere la gravidanza. I genitori non hanno ascoltato quei consigli e oggi la piccola Sofia ha 7 anni ed è la più piccola di tre bambini. Se si sono decisi a farla nascere è grazie all’aiuto di una psicologa, che li ha sostenuti.

90 PER CENTO. La loro storia, raccontata in un servizio televisivo di Tamara Alteresco su Ici Radio-Canada, non è un caso raro in Canada. La Trisomia 21 riguarda un bambino su 800 alla nascita, ma i numeri sarebbero molto più alti. Dal 2012, infatti, il governo canadese fornisce gratis a tutte le donne incinte un test per individuare la Sindrome di Down. Il 60 per cento delle donne si sottopone al test e se questo conferma l’anomalia genetica, nel 90 per cento dei casi viene fatto ricorso all’aborto.

«SICURA DI TENERE IL BAMBINO?». Se il dato delle interruzioni di gravidanza è così alto, la responsabilità è anche del sistema sanitario dove i medici del servizio pubblico, invece che essere neutrali, spingono apertamente per l’aborto. «Se decidi di tenere il bambino, ti guardano come se fosse un’aberrazione», racconta Marc, padre di tre bambini. Alla terza, Lily Rose, è stata diagnosticata la Trisomia 21. Sua moglie, Stéphanie, lamenta l’atteggiamento dei medici, «a favore dell’aborto per partito preso». Non solo nessuno li ha mai rassicurati, ma anche dopo aver deciso di tenere la bambina, «a ogni visita mi dicevano: “È sicura di volere proseguire con la gravidanza?”».

«DIFENDERSI DALL’ABORTO». Per Antoine Payot, medico al polo ospedaliero universitario Sainte-Justine di Montréal, il problema non è nuovo. «Molte coppie purtroppo devono difendersi dall’aborto perché il sistema spinge sempre i genitori ad interrompere la gravidanza». Uno studio casistico su questo problema è in corso a livello nazionale.

@LeoneGrotti

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2 commenti

  1. Fabio

    Riprendo una recente polemica sulla scoperta della trisomia 21: Lejeune era il capo del laboratorio in cui per la prima volta vennero visti i 47 anziché 46 cromosomi su intuizione di Marhe Gautier che aveva ipotizzato che in alcune cellule ci fosse un cromosomi in più’ : ma chi seppe collegare il reperto con la disabilita’ mentale e la s.Down fu Lejeune.
    Fu un lavoro di equipe alla fine .Se Marthe Gautier pensava di essere la unica meritevole di attribuzione della scoperta non doveva rivolgersi a Lejeune doveva pubblicare da sola nessuno glie lo avrebbe impedito.Ma evidentemente non poteva farlo senza il contributo di Lejeune e come in ogni studio scientifico di equipe
    il primo nome citato e’quello del capo dell’istituto della ricerca , non del singolo scienziato.
    Il motivo per cui Lejeune ultimamente e’citato da solo e’ solo per via della sua causa di beatificazione.
    Se anche Turpin e Gautier fossero da beatificare sarebbero citati anche loro , ma non lo sono…quindi…

  2. Fabio

    Dobbiamo ripetere che il problema nasce da quell’amor proprio per cui certe decisioni nel mondo moderno non vengono neanche più sottoposte all’analisi della coscienza e considerate come umane o disumane , come buone o come peccato. Esiste un pragmatismo asettico a priori considerato regola sociale (la società di Dewey…) che a conti fatti e’disumano. Sopprimere una vita perche’una altra vita sia realizzata e’ un controsenso perché nessuno si realizza da solo e rompere un legame che di fatto esiste ,quello col figlio Down o disabile ecc….non può portare ad una realizzazione umana. Lo si considera drasticamente (“…che sfiga ….doveva capitare proprio a me…! ma uno può sostituire la g e dire : che sfida ….doveva capitare proprio a me ..”) e non si pensa che ti e’capitato e’ perché tu migliori e ti realizzi .
    Essere sicuri che tuo figlio sarà sempre come tu vuoi e’pura utopia : anche se nasce sano e cresce sano tutto può accadere in un attimo : quanti adolescenti si drogano o restano disabili a vita dopo un incidente in moto …cosa facciamo li sopprimiamo a scoppio ritardato anche se non erano Down alla nascita ? Dedicarsi a un disabile fa maturare.
    ” Se la vita di ognuno va inevitabilmente verdone la fine , il nostro compito e’,durante la nostra , colorarla con i colori della speranza e dell’amore”. (Marc Chagall).

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