
Cari Dc, è finita la politica dei due forni
Cossiga attacca Berlusconi affermando che egli non riuscirà a mantenere l’impegno italiano di partecipare alla guerra contro Saddam Hussein per via del pacifismo della sinistra e di quello cattolico. E asserendo che il torto di Berlusconi è quello di non aver imparato la “grande politica democristiana” di bilanciamento tra americani e sovietici e tra israeliani ed arabi. Non so se si possa chiamare “democristiana” la politica andreottiana dei due forni applicata in sede internazionale, perché questa è stata la politica anche del regno d’Italia, che, nel 1915, risultò per alcuni mesi alleato sia dei francoinglesi che degli imperi centrali in guerra tra di loro. E se il capolavoro di questa politica è stata Sigonella, credo che oggi anche i socialisti, che l’esaltarono allora, dovrebbero essere poco felici di aver preferito la benedizione di Arafat consegnando a lui, e non agli Stati Uniti, un noto terrorista. Possiamo dire che tutti i paesi europei tenevano allora i piedi in due scarpe, non solo noi. Se penso che i francesi giunsero a costruire una centrale nucleare in Irak bisogna dire che i due forni erano una politica abbondantemente seguita. E poi Andreotti un grande politico? Certo, dei due forni. Qualcuno ricorderà che egli si era posto, come il socialdemocratico Lafontaine in Germania, contro l’unificazione tedesca, che invece il democristiano Kohl portò a pieno esito. Per Andreotti i regimi tirannici nei paesi arabi ed il comunismo all’Est andavano benissimo. Quando Eltsin cacciò Gorbaciov e distrusse l’Unione Sovietica Andreotti era contro Eltsin a favore di Gorbaciov. Quando ci fu la guerra del Golfo, noi ci schierammo contro Saddam, ma Andreotti mandò a portare aiuto umanitario al dittatore irakeno. E la nostra partecipazione alla guerra si ridusse al comico caso di Cocciolone, un aereo abbattuto, un ufficiale che divenne in prigionia pro Saddam… Fu la politica di uno Stato minore, inadeguata alla responsabilità ed allo stato politico culturale sociale dell’Italia. Mi pare che la migliore definizione di Andreotti l’abbia data la Thatcher quando disse che era un politico senza princìpi. Berlusconi ha spostato interamente l’asse delle nostre alleanze; ha spostato verso l’Atlantico il baricentro della politica italiana. E questo nel momento in cui il conflitto principale nel mondo era il conflitto tra l’Occidente e le varie forme di terrorismo islamico. Berlusconi ha scelto la linea proamericana con Blair ed Aznar, ma altri paesi sono seguiti come la Danimarca, l’Irlanda e la stessa Francia. È un’altra situazione, in cui il bilanciamento tradizionale non è più possibile. Cossiga dice che il pacifismo cattolico e quello di sinistra ci impediranno la guerra, insomma ci invita a cedere alla piazza, ma il pacifismo cattolico che cosa è? Pax Christi e la comunità di Sant’Egidio? Non vedo i santi egidini tanto nerboruti e numerosi da occupare le piazze. E non credo che questa volta la politica vaticana sia così neutralista come nel’91: questa volta finalmente la condanna del terrorismo, pur non ancora nominato come islamico, torna nelle parole del Papa. E la sinistra? Mille girotondi non fanno una politica né una forza.
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