
Caro Don Gianni
Lei rileva correttamente che «è assurdo volere i risultati della rivoluzione senza aver fatto la rivoluzione». è addirittura blasfemo che tale proposito provenga da una struttura che ha un ruolo istituzionale come la Cgil. Non posso darle torto. Il sindacato per sua natura può tutt’al più tentare di regolare lo sfruttamento capitalistico secondo le condizioni di mercato. In pratica si limita ad effettuare rivendicazioni salariali e soprattutto a proteggere il mantenimento dei diritti (borghesi) acquisiti. Altroché rivoluzione! Certo, don Gianni, l’esplicitazione dialettica di certi esponenti sindacali appare talvolta il preludio di un’azione rivoluzionaria. Pensiamo davvero che Epifani e la Cgil useranno gli stessi toni con un ipotetico governo di centrosinistra? Negli anni in cui Prodi-D’Alema-Amato erano al governo non si è fatta un’ora di sciopero, eppure sono state portate avanti le privatizzazioni più importanti, si è aperto concretamente il fronte della flessibilità. Cancellare la riforma Biagi avrebbe per l’attuale opposizione un valore soprattutto simbolico. Se anche fosse abrogata la Legge 30 non saremmo certo immersi nel “paradiso” dei soviet. Anzi, cancellare quella legge, lasciando immutato il pacchetto Treu, equivarrebbe a dire semplicemente una cosa: nel mondo del lavoro Berlusconi non ci può mettere mano, se precarizzazione ci deve essere saremo noi gli unici attori legittimati ad introdurla. Come si può definire antagonista un soggetto che si è scontrato aspramente con il governo per avanzare il diritto di gestire in esclusiva le quote di Tfr che verranno accantonate nei fondi integrativi? Epifani si gioverà dello smobilizzo della liquidazione quanto una qualsiasi assicurazione privata. In pratica, la massima espressione della finanziarizzazione dell’economia vedrà proprio la Cgil issare la propria bandiera d’appartenenza. Caro don Gianni, se devo essere sincero, e non me ne vorranno gli amici cigiellini, sono convinto che quella di Epifani non sia altro che una posa che sarà utilizzata per favorire il riposizionamento dei vecchi equilibri corporativi e burocratici. è questo il vero male irreale.
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