Caro Giulio ti scrivo così ti bacchetto un po’

Di Gianni Baget Bozzo
15 Febbraio 2001
Il nuovo partito di Andreotti e D’Antoni –è certo- mira a indebolire l’eventuale governo Berlusconi in vista di un ritorno al sistema proporzionale, e così facendo rimette in gioco la sinistra. Quel che non è ancora chiaro, è il senso politico del terzo polo. Una franca lettera aperta al Giulio Senatore.

Caro Andreotti, chi pensava che saresti tornato in politica! Ti ho conosciuto nel maggio ’45, al primo convegno dei Gruppi Giovanili: ed è straordinario notare come tu sia rimasto identico in tanti decenni. Sei una continuità politica unica. Nella storia d’Europa non c’è nulla di simile. Vittorio Emanuele Orlando, presidente del consiglio della vittoria del 1918, ritornò nel ’43. Ma ebbe una parentesi durante il ventennio. E poi il ritorno fu effimero. Tu che hai una memoria infinita ricorderai l’Opera Nazionale Balilla del ’48: Orlando, Nitti, Bonomi. Tu invece sei consustanziale alla storia della Repubblica. Il segreto di questa identità politica sta in una straordinaria capacità di demitizzare ogni cosa, di guardare la dimensione della cosa in tutte le idee. Scrivere la tua biografia sarebbe scrivere una cronaca infinita. Non sono mai stato andreottiano, anche se qualche volta mi sono pentito di non esserlo stato: ma è stata l’emozione di un momento. Del resto, tu solo permani identico: chi è vicino a te si consuma sempre; è accaduto a Moro, è accaduto a Craxi; ma tu sei uscito indenne dall’uno e dall’altro processo. Non so se si possa parlare di andreottismo, tu sei troppo inimitabile: chi lo volesse fare lo farebbe a suo rischio e pericolo. Ed in sostanza non hai fatto scuola. I tuoi bracci, da Evangelisti a Cirino Pomicino, non sono mai stati altro che bracci, non hanno mai fatto centro in proprio. La stessa sorte toccherà, poveri cari, a D’Antoni e a Zecchino. Poteva venire D’Antoni a raggiungere i voti democristiani della Campania e della Sicilia nella Casa per la Libertà; io credo che un posto di ministro non glielo avrebbe negato nessuno. Così diventa il braccio secolare della tua vendetta. Se ti capisco bene, tu non perdoni, sei un uomo duro. Tutt’altro dal velluto della tua immagine. E temo che tu non perdoni a Berlusconi di averti salvato da Caselli. Perché infine, per ritornare alla proporzionale occorre che il centro destra finisca; e che la sinistra oggi clamorosamente sconfitta, dopo che ha avuto per sé tutti i poteri sociali e tutto il potero politico, torni nel gioco. Infine un terzo polo all’opposizione, con il governo di Forza Italia potrebbe avere un solo scopo: logorare il governo Berlusconi. Mi pare un disegno sanguigno per la tua immagine, per l’Andreotti che credo di aver imparato a conoscere. Il sentimento che più pervade non solo me è la curiosità: vedere quel che farai. Perché tutti rispettano la tua capacità di agire. E pensano che se tu fai una cosa deve avere un senso. È il pensiero del senso che ha il terzo polo che mi spaventa. Mi sembra la Repubblica di Salò della Dc: promossa da una associazione di combattenti e reduci.

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