Casini giochi pure la sua partita, ma non faccia opposizione

Il centro-sinistra non è più una gioiosa macchina da guerra, ma una vera armata che raccoglie i filoni culturalmente più diversi per chiudere quella che essi considerano la parentesi berlusconiana della politica italiana. La potenza visibile del centro-sinistra crea un clima di conformismo nel personale politico e dirigente, senza però riuscire ad incidere sul supporto che il centro-destra ha nel paese. Lo sforzo per resistere a quest’offensiva è guidato in persona dal presidente del Consiglio, la cui moltiplicata immagine sui teleschermi rassicura il proprio elettorato ad avere ancora voglia di combattere e di sperare nella vittoria.
Questa dipende anche dal modo in cui sarà condotta la campagna elettorale del tridente, in particolare da An e dall’Udc. è evidente che avere rinviato le primarie alla campagna elettorale e alla scelta del voto spinge Casini e Fini a definire il proprio volto e il ruolo dei propri partiti come differente da Berlusconi e da FI. Vi è un vantaggio anche in questa tripartizione, mentre la Lega rimane impegnata su Berlusconi, perché obbliga i due partiti alleati a definirsi in proprio come centro-destra e cioè come alternativi alla sinistra. An, nel suo leader, ha cercato talvolta una qualificazione centrista, sia per differenziarsi da Berlusconi sia dalla stessa base originaria e dalla tradizione del Msi. In quest’occasione An dovrà, definendosi fedele alleata di Berlusconi e del governo di cui essa è stata parte così grande, mostrare una propria peculiarità. Così Casini non può limitarsi a definirsi come centro, perché ciò indica una posizione intermedia tra la coalizione di governo e la sinistra, cioè un cedimento al “politicamente corretto”.
La sfida del centro-destra è proseguire la propria battaglia anche sul piano culturale, cercando sempre più di definirsi come forza politica liberale, tradizionale e nazionale. è proprio quello che Berlusconi ha fatto, introducendo la parola “liberale” in una cultura politica solita a identificare tale termine solo con l’immagine di un partito della prima Repubblica. La dimensione “tradizionale” è stata offerta dalla comprensione che tutta la coalizione ha avuto delle radici cristiane dell’Italia come storia e come paese. E ciò si è espresso nella politica della vita e della scuola, cioè i temi a cui la Chiesa oggi è più sensibile. “Nazionale” significa fare propria l’identità risorgimentale, mantenere quindi un riferimento alla storia unitaria del paese come un elemento costitutivo delle vite degli italiani. Dentro queste caratteristiche valgono i temi sociali e politici che la coalizione ha espresso nelle proprie riforme, che promuovono lo sviluppo sia nazionale sia internazionale.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.