Casini. O dell’alta mediazione

Di Gianni Baget Bozzo
25 Luglio 2002
Perché Berlusconi ha dichiarato che, per fare il Presidente della Repubblica, egli vuole l’elezione diretta?

Perché Berlusconi ha dichiarato che, per fare il Presidente della Repubblica, egli vuole l’elezione diretta? Perché l’elezione del Quirinale è sempre stata consociativa dopo Leone: Pertini, Cossiga, Scalfaro e Ciampi sono stati eletti tutti con maggioranze consociative. E certamente la sinistra non darebbe il voto a Berlusconi.
Quindi riprendiamo la via dell’elezione diretta del Capo dello Stato. Non occorre cambiare altro che il metodo di elezione: dal Parlamento al corpo elettorale. Scalfaro ha dimostrato come si possa dare carattere sostanziale ai poteri formali iscritti nel testo della Costituzione del ‘48. Sicché basterebbe cambiare il corpo elettorale perché il Presidente della Repubblica divenisse anche formalmente il leader della politica italiana. La sinistra potrebbe stare al gioco perché essa, che è politicamente disgregata, può unirsi attorno al volto di una persona purché sia opposta a Berlusconi ed al centrodestra. Tuttavia, ai tempi della Bicamerale, la sinistra era sempre rimasta contraria al semi presidenzialismo, che pur D’Alema aveva accettato nella famosa cena in casa Letta. Ma la dichiarazione di Bossi forse si spiega con l’attenzione che egli presta alle manovre di Casini e di Tabacci. Infine, se la sinistra deve scegliere un candidato del Polo, come accadde quando Berlusconi scelse Ciampi rispetto alla Jervolino, il candidato più accettabile sarebbe sicuramente Casini. E Bossi teme che, con l’elezione parlamentare, la mediazione democristiana tra la Casa delle Libertà e la sinistra riprenda corpo: in ogni caso ritiene che le mosse di Casini siano in funzione di una posizione di mediazione con la sinistra, con una prospettiva alta. Se invece le elezioni avvenissero in chiave popolare, le chances di Casini sarebbero in realtà minime, poiché nel 2006 scade sia questa legislatura che la presidenza Ciampi. Si potrebbe abbinare l’elezione presidenziale a quella parlamentare, ma abolendo con la riforma il settennato presidenziale e stabilendo la contestualità delle presidenziali e delle parlamentari, il gioco varrebbe la candela e l’uscita di Bossi potrebbe dare una prospettiva conclusiva alla seconda Repubblica.

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