«Catastrofe umanitaria in Ucraina, ma il coraggio della gente ci dà speranza»

Di Leone Grotti
02 Marzo 2022
«La vita pacifica degli ucraini è diventata un incubo di sofferenza». Le testimonianze dei responsabili Caritas, fiammella di luce nell'orrore della guerra
Una donna viene aiutata a Kharkiv, Ucraina, dopo un bombardamento della Russia

Una donna viene aiutata a Kharkiv, Ucraina, dopo un bombardamento della Russia

L’Ucraina sta vivendo una «catastrofe umanitaria» senza precedenti: gli sfollati sono già centinaia di migliaia, famiglie composte soprattutto da donne e bambini «esausti» si ammassano al confine occidentale, mentre i volontari della Caritas cercano di provvedere ai bisogni della popolazione in mezzo ai bombardamenti russi. «La vita pacifica degli ucraini è diventata un incubo di sofferenza e di dolore», dichiara Aloysius John, segretario generale di Caritas Internationalis introducendo una conferenza stampa con i responsabili che stanno organizzando gli aiuti umanitari sul campo.

«Bombardato un centro per bambini a Kharkiv»

La situazione evolve a una rapidità impressionante: l’esercito russo, dopo essersi concentrato sugli obiettivi militari, sta colpendo le infrastrutture civili. «A Kharkiv è stato colpito un nostro centro che ospitava bambini in affido, per fortuna lo avevamo già evacuato, ma la situazione è sempre più drammatica», spiega Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina.

La crisi in questo momento è duplice: da una parte i civili che scappano dai combattimenti e si ammassano alla frontiera occidentale per uscire dal paese, dall’altra quelli intrappolati nelle città colpite, sfollati dalle case e bisognosi di tutto. La Caritas, spiega Stawnychy, «sta fornendo cibo caldo, bevande, riparto, medicine, coperte e supporto psicosociologico, soprattutto ai bambini».

L’immenso lavoro della Caritas con i rifugiati

Anche nella capitale, Kiev, la situazione è particolarmente drammatica, racconta padre Vyacheslav Grynevych, direttore esecutivo di Caritas-Spes Ucraina, che sta ospitando in casa sua molte famiglie in fuga. «I negozi di alimentari sono quasi sempre chiusi e i beni di prima necessità scarseggiano. Ieri siamo potuti uscire per comprare qualcosa da mangiare e la situazione sembrava abbastanza tranquilla, ma nel pomeriggio ho visto molte auto distrutte dai bombardamenti».

Attualmente circa 660 mila persone si sono ammassate al confine occidentale dell’Ucraina e circa 500 mila l’hanno superato, la maggior parte dei quali hanno trovato riparo in Polonia, dove la Caritas locale, insieme al governo, sta cercando di trovare un tetto per tutti. «Stiamo provando ad accogliere quante più persone possibile», dichiara Ireneusz Krause, direttore di Caritas Polonia. Nelle prossime ore verrà stilata una lista dettagliata dei beni e prodotti di cui c’è più bisogno nel paese alle prese con l’invasione russa. Al momento, mancano soprattutto carburante e dispositivi medici.

«Il coraggio della gente ci dà speranza»

Mentre infuria la guerra, sono soprattutto il coraggio e la solidarietà del popolo ucraino a mantenere viva la speranza. «Faccio solo un esempio: una famiglia scappata da Odessa si è fermata a metà strada per comprare ciò di cui avevamo bisogno e portarcelo alla Caritas, prima di procedere verso il confine», racconta Stawnychy.

«Pochi giorni fa mi ha chiamato un giovane farmacista, chiedendomi come poteva aiutare la popolazione e dicendomi che voleva aprire la sua farmacia per donare i farmaci ai bisognosi», aggiunge padre Grynevych. «Io gli ho detto che era troppo pericoloso consigliandogli di restare a casa. Lui mi ha risposto: “Se è troppo pericoloso vado io a consegnare le medicine casa per casa”. È il coraggio e la profonda dignità degli ucraini a darci speranza».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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