C’è un motivo se quasi tutti i sedicenti “profughi” respinti fanno ricorso in tribunale

Di Maurizio Tortorella
16 Novembre 2016
Ha ragione, il Papa, quando dice che «si deve distinguere tra migrante economico e rifugiato». In Italia, invece, tra le categorie vige il caos. Colpa anche delle leggi
Italian officers rescue a woman from a crowded wooden boat carrying more than seven hundred migrants, during a rescue operation in the Mediterranean sea, about 13 miles north of Sabratha, Libya, Monday, Aug. 29, 2016. Thousands of migrants and refugees were rescued Monday morning from more than 20 boats by members of Proactiva Open Arms NGO and Italian military officers. (AP Photo/Emilio Morenatti)

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Anche il Papa è stato severo: «Occorre distinguere tra migrante economico e rifugiato. Il migrante deve essere trattato con regole certe, perché migrare è un diritto, ma deve essere regolato. Il profugo invece ha bisogno di più cure. Viene da situazioni di guerra, fame, angoscia terribile». Ha ragione, il Papa. In Italia, invece, tra le due categorie vige il caos più totale. Ed è colpa anche delle leggi.

Dal gennaio 2012 allo scorso 30 settembre, quasi 246 mila immigrati si sono presentati alle commissioni territoriali prefettizie italiane dichiarandosi “profughi” e invocando un diritto d’asilo. Oltre 45 su 100, per l’esattezza 111.677, ne sono stati riconosciuti indegni. È possibile, se non probabile, che in grande maggioranza abbiano bluffato o barato. Nessuno di loro, comunque, è riuscito a dimostrare di avere i requisiti minimi per ottenere nemmeno la “protezione sussidiaria”, una formula secondaria d’asilo che scatta nei confronti di chi rischia un “grave danno” se costretto a tornare in patria, anche se ad aspettarlo non ci sono guerre civili, regimi dittatoriali o persecuzioni razziali, politiche, religiose.

Del resto, gli stranieri in arrivo nel 2016 da zone effettivamente di guerra, come la Siria o l’Iraq, sono stati un migliaio in tutto. In compenso c’è stato un vero boom dalla Costa D’Avorio (5.862), dalla Guinea (4.441), dal Ghana (3.628). Naturalmente, ogni storia è a sé e come tale viene valutata, ma tra il 60 e il 70 per cento degli immigrati da queste zone non vengono accolti perché tecnicamente «non profughi».

Una volta ottenuto il timbro prefettizio con il “no” alla loro domanda d’asilo, però, i sedicenti profughi hanno 30 giorni per presentare ricorso al Tribunale civile più vicino. A quel punto basta aspettare che la giustizia italiana faccia il suo lento corso. E i tempi dell’attesa sono lunghi: in primo grado il Tribunale impiega in media otto mesi a trattare un caso. Poi c’è la Corte d’appello: altri 10-12 mesi. Infine viene la Cassazione. Così, per circa tre anni, i sedicenti profughi vengono trattati come “rifugiati sospesi”, con tutti i benefici del caso: permesso di soggiorno, assistenza sanitaria, diritto all’istruzione e all’accoglienza presso una struttura convenzionata, o in alternativa un sussidio in denaro sui 35 euro giornalieri, circa mille euro al mese.

Nel 2014 hanno fatto ricorso il 73 per cento dei migranti che si erano visti negare il diritto d’asilo. Nel 2015 la quota è salita all’80 e nel 2016 la quasi totalità dei respinti ha bussato a un palazzo di giustizia. A spanne, sono almeno 90 mila procedimenti aperti negli ultimi tre anni, in grande maggioranza strumentali. La totalità dei migranti, per di più, chiede ai tribunali il “gratuito patrocinio”, cioè un avvocato d’ufficio pagato dallo Stato. E dato che un procedimento di primo grado comporta una parcella sui 900 euro, per i 90 mila casi degli ultimi tre anni l’esborso per l’erario è stato di oltre 80 milioni. Per il giudizio d’appello, la parcella è tra 800 e 1.200 euro; per la Cassazione si sale oltre i 3 mila euro.

Si calcola che i tre gradi per trattare il problema dei sedicenti profughi oggi costino tra 50 e 60 milioni di euro l’anno allo Stato. È anche di questo che muore la giustizia in Italia.

@mautortorella

Foto Ansa/Ap

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6 commenti

  1. franco valentini

    Veramente è la prima volta che afferma certe cose: Probabilmente hanno ragione quelli che dicono che dipende dall’interlocutore che si trova davanti. Questa volta l’interlocutore è la Svezia che ha chiuso le frontiere e non accetta piu’ nessuno. Invece con l’Italia a Lampedusa ha detto che ci si deve vergognare (a chi non si sa, non vorrei fosse riferito a noi che siamo i soli a riceverli e salvarli) a non accorglierli illimitatamente. Vorrei far presente al papa che il catechismo della chiesa cattolica all’art. 2241 dice altre cose. L’avrà mai letto ?
    Questa non è immigrazione, è invasione. Si sta attuando il famoso piano Kalergi di sostituzione di popoli ? E’ al corrente di questo Bergoglio ? Il piu’ famoso sensitivo italiano Gustavo Rol, prima della sua morte nei primi anni novanta (avevamo pochissimi immigrati) aveva vaticinato un profezia funesta: nel 2020 l’Italia avrà 130 milioni di abitanti di cui il 60% di colore…

  2. Lontra

    Questa furboni possono contare su molte associazioni e onlus che campano proprio su queste situazioni, potendo contare su corposi sussidi pubblici.
    Dietro questi flussi di migranti c’è un business di soldi da far paura.
    Anche per questo bisogna mandare a casa questo governicchio PD, che sa fare solo danni.

    1. Antonio

      aggiungiamo i cittadini deficienti che li difendono per buonismo cieco e ingenuo e il quadro è completo. Ancora vedo gente che dà monete per strada a questi personaggi… che poi perchè accattonano se sono mantenuti? Vizi extra? C’è un degrado spaventoso con questi “bimbi siriani profughi” un pò cresciutelli, dalle grandi città ai piccoli paesi

  3. SAMING

    Questo papa è ondivago. Comunque chi da le dritte ai richiedenti asilo per fare ricorso in Tribunale contro il rifiuto all’ accoglienza per mancanza di requisiti?
    Ma non c è un articolo del codice che punisce chi inscena un processo
    temerario e manifestaamente infondato o non sostenibile nelle sue ragioni?
    Ma certamente si. C’è l’ art.96 del c.p.c. che nell’ultimo comma aggiunto dalla Legge 18/06/2009 Nr. 69 recita: infatti, che non ha natura meramente risarcitoria ma “sanzionatoria”, come affermato dalla prevalente giurisprudenza di merito, traducendosi, dunque, in “una sanzione d’ufficio”. Ed llora perchà non si applica questa norma condannando anche gli avvocati in solido al risarcimento delle spese di giuudizio di I° grado senza permettere la prosecuzione del processo nei gradi successivi? La decisione del giudici può anche essere presa d’ ufficio, quindi senza dibattimento, una volta constatata l’infondatezza delle richieste della parte.Ma allora si tratta di giudici che fanno quello che vogliono applicando le leggi a loro piacimento. Povera Italia!

  4. Sebastiano

    Sì, anche il Papa è stato severo.
    Magari gli hanno dato una svegliata.

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