
Centrafrica. Si dimette il diplomatico che scoprì gli abusi sui bambini dei soldati Onu

Alla fine si è dimesso Anders Kompass, il funzionario dell’Onu che ha scoperto gli abusi sessuali di bambini commessi dalle forze di pace francesi e africane nella Repubblica centrafricana. «La totale impunità per coloro che, a vario titolo, hanno abusato della loro autorità, insieme alla mancanza di volontà delle gerarchie di scusarsi per come mi hanno trattato, mi rende impossibile continuare a lavorare qui», ha dichiarato in esclusiva a Irin.
RAPPORTO SUGLI ABUSI. Kompass lavora da oltre 20 anni all’Onu ed è attualmente il direttore delle operazioni sul campo all’ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani. Nel luglio del 2014 ha passato di nascosto un rapporto dell’Onu su presunti abusi sessuali commessi in Centrafrica dalle forze di pace internazionali ai pubblici ministeri francesi. Secondo Kompass, infatti, l’Onu tergiversava ormai da quasi un anno senza prendere nessuna iniziativa per risolvere il problema.
LA SOSPENSIONE. Secondo il rapporto, 13 bambini sarebbero stati stuprati o costretti a fare sesso orale da 16 soldati ma gli abusi potrebbero essere molti di più. Quando la notizia è uscita sui giornali, il diplomatico svedese è stato sospeso per «condotta inappropriata» e ha subito pressioni per licenziarsi. Un’indagine indipendente ha poi rivelato alla fine dell’anno scorso «l’enorme fallimento istituzionale» da parte dell’Onu nel rispondere al problema, proprio come sosteneva Kompass. Per questo, un tribunale dell’Onu ha sentenziato che il diplomatico svedese dovesse essere reinsediato.
INDAGINI. Ora, mentre le autorità francesi stanno indagando 14 soldati per gli abusi, ed altre indagini sono in corso sul personale congolese della missione Minusca, dei tre funzionari Onu che hanno abusato della loro autorità, secondo l’indagine indipendente, uno è stato licenziato e un altro si è dimesso. Il terzo, invece, è ancora al suo posto.
«PORRE FINE AGLI ABUSI». L’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Zeid Ra’ad Al Hussein, continua a sostenere che Kompass abbia fatto «la cosa giusta in modo sbagliato», avendo provocato uno scandalo internazionale che andava invece risolto in casa. Il diplomatico svedese continua a ripetere, e l’indagine indipendente così come il tribunale dell’Onu gli hanno dato finora ragione, che tutti gli altri tentativi fatti “internamente”, per un motivo o per un altro, non erano andati a buon fine e che lui voleva solo «porre fine agli abusi il prima possibile».
LE DIMISSIONI. Ora a Kompass è stato offerto un posto al Ministero degli esteri svedese e lui ha deciso di accettarlo. Il 31 agosto avranno effetto le sue dimissioni. «È stata una decisione molto dura da prendere per me, dopo 21 anni di servizio alle Nazioni Unite. Ma non avevo scelta».
Foto Ansa
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Avevo scritto… di me no nne potete più, vero?