Charlie Hebdo. O dell’unico mestiere al mondo con l’impunità incorporata

Di Renato Farina
12 Settembre 2016
Io, se fossi uno che fa satira, mi arrabbierei. Esigerei di essere trattato come gli altri uomini, non come un deficiente per cui le leggi comuni non vanno applicate

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Charlie Hebdo ha pubblicato una vignetta dove si parla – in francese – di pasta al sugo. Da francesista, come tutti i russi di una certa cultura, Boris ammira la civiltà dei lumi à la Parisienne. E dunque ha letto di “penne al pomodoro”, di “penne gratinate” e soprattutto di “lasagna” con un certo godimento intellettuale e soprattutto un disinvolto appetito. Come quando nelle vignette iraniane si parla di “forno”, e gli vengono in mente i biscotti. Uno non immagina, in questo secondo caso, che si alluda scherzosamente agli ebrei, e che si possa giocare con il sentimento di chi da quei camini di Auschwitz ha visto uscire un fumo, che era lo spirito delle loro madri e dei loro padri.

Passando dalle didascalie al disegno di Felix su Charlie Hebdo, Boris non poteva credere che le lasagne avessero per ragù i morti all’amatriciana, poveri uomini e donne e bambini schiacciati dentro la vignetta per far ridere e per attaccare – come spiegava un’altra esibizione di satira parigina – gli italiani mafiosi.

Boris, che è reduce da alcune ribellioni in Russia dove si impalavano i nemici del popolo cristiano, avrebbe voluto organizzare qualcosa di un po’ forte, obbedendo all’indicazione del Papa per cui si può menare chi insulta tua madre. Maltrattare i morti per far ridere fa schifo. Grida vendetta al cospetto di Dio, perché è ammazzare per la seconda volta i morti e, con essi, chi li piange. La cosa ha suscitato la solita discussione sui limiti della satira: non c’è n’è e non ce ne devono essere. Pierluigi Battista, sul Corriere della Sera, è stato limpidissimo. Lo riduco in tre righe facendogli torto, ma è per rendere l’idea. Scrive che quella vignetta è disgustosa, ma non possiamo farci niente. È la satira, bellezza. E in Occidente non ha confini scanditi dalla legge, non ci possono essere, salvo scardinare il diritto alla libera opinione. C’è una sola reazione possibile: non acquistare il prodotto offensivo, il mercato farà chiudere questi mascalzoni.

Non riesco a essere d’accordo. Perché si contraddirebbe il principio di uguaglianza, se fosse vero quanto sostiene Battista. Infatti quello di chi campa di satira, o la pratica come hobby, sarebbe l’unico mestiere al mondo con l’impunità incorporata, e avrebbe l’autorizzazione previa a fare del male senza pagarne il prezzo. Se sei idraulico o ingegnere o medico o falegname o taxista quello che fai è soggetto alla legge. Se sbagli paghi. Puoi ammazzare o ferire le persone con dolo (fare apposta un ponte cedevole) oppure per negligenza o inettitudine (lasciare una pinza nella pancia di un malato). E la vittima è tutelata dalla giustizia, anche e soprattutto in uno Stato liberale e democratico. Il giornalista può scrivere apposta o per negligenza una menzogna, e per questo esiste il reato di diffamazione. Ma se lo fa utilizzando gli strumenti della satira, è a posto, si può fare. Il satiro è princeps legibus solutus.

Senza rischio non c’è gusto
E chi dà la patente per uccidere, cioè quella di esercitare la satira, che a quanto pare anche se usa piombo è innocente a priori? C’è una giuria di savi o di super-ottimati che decida che una menzogna è satirica, dunque legale, e un’altra criminale?

Io, se fossi uno che fa satira, mi arrabbierei. Esigerei di essere trattato come un uomo tra gli altri uomini, non come un deficiente o un super-uomo per cui le comuni leggi (non uccidere, non dire falsa testimonianza) non possono essere applicate. Che gusto c’è a fare un mestiere dove non esiste il rischio? È come arrampicarsi in montagna al computer o in un video gioco. Splash, ho mancato un appiglio, tre punti di meno.

Boris ha rinunciato a spedizioni punitive, ha fatto prevalere la ragione. Ma siamo sicuri che in questo mondo di diritti umani non esista anche quello delle vittime inermi di essere rispettate? In questo mondaccio dove è reato penale – giustamente – rovesciare un secchio di pattumiera, forse andrebbe vietato e punito trattare il corpo sacro di nostri fratelli come carne trita per il ragù di un branco di nichilisti.

@RenatoFarina

Foto Ansa

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13 commenti

  1. Aragorn

    In tutto ciò che leggo, mi è rimasto un interrogativo a proposito della strage dei nichilisti di Charlie.
    Ho letto che la loro redazione era segreta per le minacce che già avevano ricevuto. L’ingesso era blindato
    con l’accesso sorvegliato. Mi sorge il dubbio: come è stato possibile tutto questo? Possibile che i giornalisti
    si sentivano così sicuri dalle minacce? Chissà……
    A proposito; vi ricordate di Endi Lotto- spero di non sbagliare il nome del comico italiano- il quale in una nota
    trasmissione televisiva imitava un beduino rendendolo buffo e per ciò fu minacciato e finì ai gelati Gessica?

  2. Giannino Stoppani

    Che ne penserebbero i paladini della libertà asimmetrica se invece dei terremotati avessero esplicitamente sbertucciare i gay?
    Tiriamo a indovinare?

    1. felpa

      Bentornato Giannino! Ora potrai smentire Michele L, che ancora si fa beffe della tua presunta esclusione.

    2. Menelik

      Bentornato Giannino !
      Si sentiva la mancanza tua e di Susanna.
      Sono altri i trolloni che dovrebbero essere sbattuti fuori a zampate in quel posto !

    3. Sebastiano

      Li avrebbero cacciati a forconate.

      p.s.: ho vinto qualche cosa?

      p.p.s.: scrivi dal tuo indirizzo o da quello dell’ispettoreL?

      1. Giannino Stoppani

        Grazie gente, ma l’esilio è volontario e, salvo qualche scorribanda, durerà finché sarà fondato il timore che i miei interventi possano essere dannosi per l’equilibrio psichico di qualcuno.
        Il discorso sulla riservatezza alla mercé di gentaglia malintenzionati sussiste, ma è secondario.

  3. lorenzo

    La libertà della satira deve accettare anche i rischi collaterali… e non cercare commiserazione quando la risposta non è quella desiderata.

  4. Ravi

    Il rischio esiste infatti ne hanno pagato le conseguenze in termini di popolarità e immagine.. la satira e la stampa devono essere sempre libere perché sono il pilastro della libertà e della democrazia,
    altrimenti si rischiano casi come quello .. dei processi in vaticano.

    1. felpa

      Che era su un furto di documenti, inammissibile per qualsiasi Stato sulla terra, Quirinale compreso.

      1. Freghi

        gli autori non hanno rubato nulla semmai l’hanno fatto le loro fonti..

        ma per voi immagino sia più grave il furto di documenti piuttosto che i crimini di pedofila e di riciclaggio di denaro sporco contenuti in quei documenti.. crimini che con il vostro silenzio ne siete direttamente complici.

        Dormite bene la notte?

        1. Menelik

          Benissimo, caro.
          Infatti, i pedogay sono una rarità tra i prelati.
          Quei pochissimi sono già troppi e cercano di buttarli fuori dalla Chiesa, la quale è molto agguerrita contri i pedogay (vedi, infatti, don Di Noto e la sua associazione Meter).
          In quanto ai ladri, pagina dolente, perché quei pochi sono anch’essi troppi.
          Lontanissimi numericamente dai ladroni laicissimi della politica italiana, ma quei pochi, per quanto pochi, sono già troppi.

        2. Sebastiano

          “…gli autori non hanno rubato nulla semmai l’hanno fatto le loro fonti
          …”

          Notevole. Quindi se qualcuno viene a casa tua e la svaligia, il signore che compra dal ladro la tua roba (ben sapendo che l’ha rubata a te) ha tutto il diritto di disporne a piacimento. O no?

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