
Che cosa sta succedendo nello Yemen?

Articolo tratto dall’Osservatore Romano – Si allarga pericolosamente il conflitto nello Yemen. Questa notte aerei sauditi hanno bombardato postazioni dei ribelli sciiti huthi che, con le forze fedeli all’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, stavano dilagando nel sud del Paese fino a raggiungere la città di Aden.
L’Arabia Saudita ha dispiegato 100 aerei da caccia e 150.000 soldati, oltre a unità navali: lo riporta l’emittente televisiva Al Arabiya aggiungendo che l’aviazione saudita ha preso il controllo dello spazio aereo yemenita all’alba di oggi.
Almeno 25 persone, tutte civili, sono rimaste uccise nei raid aerei contro una zona abitata a nord di San’a. L’esercito fedele al presidente Abd Rabbo Mansour Hadi ha nelle ultime ore riconquistato l’aeroporto di Aden.
In un primo momento era sembrato che ogni intervento militare di Riad e di altri Paesi arabi potesse attendere il vertice della Lega araba in programma sabato e domenica a Sharm El Sheikh, in Egitto, ma Riad ha invece deciso l’intervento contro i ribelli sciiti come confermato oggi dall’ambasciatore saudita a Washington Adel Al Jubeir. «Faremo tutto il necessario — ha scandito in una conferenza stampa — per proteggere il popolo yemenita e il legittimo Governo dello Yemen».
Alla campagna militare a guida saudita partecipano Egitto, Marocco, Giordania, Sudan, Pakistan oltre a Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Bahrein. Questi ultimi, insieme a Riad, sono membri del Consiglio di cooperazione del Golfo persico, che riunisce le monarchie sunnite della regione. Unico Paese membro del Consiglio a non partecipare è l’Oman.
Hadi — che secondo le ultime informazioni avrebbe lasciato Aden e sarebbe arrivato in Oman — aveva avanzato una richiesta di aiuto con una lettera al Consiglio di sicurezza dell’Onu in cui chiedeva che venisse autorizzato l’intervento.
Ma secondo l’Iran i raid condotti dall’Arabia Saudita contro gli sciiti huthi rappresentano una violazione della sovranità nazionale dello Yemen e porteranno a nuovo spargimento di sangue. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, che oggi a Losanna incontra il segretario di Stato americano John Kerry per un nuovo round di colloqui sul programma nucleare iraniano. «I raid guidati dai sauditi devono essere fermati immediatamente», ha proseguito Zarif citato dall’agenzia di stampa iraniana Isna.
Gli Stati Uniti hanno invece espresso sostegno all’operazione guidata dall’Arabia Saudita. Pur non partecipando attivamente alla coalizione, Washington ha comunque offerto il proprio sostegno logistico e di intelligence. Lo ha autorizzato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, come ha reso noto la Casa Bianca, che è in stretto contatto con Hadi.
La Russia si è invece detta preoccupata per gli sviluppi della situazione nello Yemen e ha chiesto a tutte le parti in conflitto, e ai loro alleati stranieri, di fermare immediatamente ogni forma di operazione militare. Preoccupazione è stata espressa anche dalla Cina, che tramite il portavoce del ministero degli Esteri ha fatto appello alle parti coinvolte per «risolvere velocemente il conflitto con mezzi politici» e «ristabilire la normalità» all’interno del Paese.
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2 commenti
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Per combattere i ribelli sciiti yemeniti, che tutti i torti non hanno, il mondo arabo-sunnita si è immediatamente mobilitato alla grande ( con lo scontato appoggio di obama)Per combattere l’isis invece, solo scaramucce.
Un nuovo match nella guerra dei trent’anni sciiti-sunniti del secolo XXI A.D. O XV egira se preferite. Temo una nuova ondata di profughi verso i lidi europei (=italiani)!