Chi critica l’Arabia Saudita rischia l’indagine per razzismo. Nel Regno Unito

Di Redazione
27 Ottobre 2021
L'inquietante caso dello striscione dei tifosi del Crystal Palace contro il Newcastle appena acquistato dal fondo sovrano di Riad
Lo striscione dei tifosi del Crystal Palace contro Newcastle e Arabia Saudita
Lo striscione contro l'Arabia Saudita esposto dai tifosi del Crystal Palace durante la partita di sabato 23 ottobre con il Newcastle, club acquisito dal fondo sovrano di Riad

«Sapevate che adesso la gente viene indagata per aver criticato il regime saudita, nel Regno Unito?». È questa l’angosciosa domanda che aleggia nell’aria, nel web e in qualche giornale ancora affezionato a quel vecchio arnese che è ormai la libertà di espressione nei paesi anglosassoni, dopo il caso scoppiato tre giorni fa intorno alla partita di Premier League tra Newcastle e Crystal Palace.

Che cosa c’entrano la libertà di espressione e il regime saudita con una partita di calcio inglese? Per capirlo basta leggere le poche righe di cronaca dedicate alla notizia da Reuters e passate largamente inosservate in Italia. Il fatto, abbastanza clamoroso, è che la polizia di Croydon ha aperto un’indagine per razzismo su uno striscione contro il Newcastle apparso sugli spalti del Selhurst Park sabato scorso durante l’incontro poi terminato in parità (1-1) fra i due celebri club.

E che cosa c’era di così grave in quello striscione da meritare addirittura l’attenzione delle forze dell’ordine? Come mostra la foto pubblicata qui sopra, si trattava di una ironica critica da parte dei tifosi del Crystal Palace alla nuova proprietà del club avversario, recentemente acquistato da un consorzio che fa capo appunto al Pif, fondo sovrano dell’Arabia Saudita. Critica ironica però fino a un certo punto, perché le accuse al regime di Riad messe in fila dagli ultrà su quello striscione non fanno molto ridere (una settimana fa anche l’allenatore del Liverpool, Jurgen Klopp, ne aveva parlato con preoccupazione rompendo un silenzio inspiegabile). «Terrorismo, decapitazioni, abusi contro i diritti umani, omicidi, censura, persecuzioni»: superfluo ricordare ai lettori di Tempi come questo elenco di crimini sia qualcosa di più di un pregiudizio nei confronti dell’Arabia Saudita. E adesso chi si permette di ricordarlo pubblicamente merita di finire sotto indagine?

Per farla breve, il fatto è che – come ha ricordato su Twitter lo stesso Holmesdale Fanatics, il gruppo di tifosi del Crystal Palace che ha rivendicato l’esposizione dello striscione – la Premier League e le varie istituzioni sportive in generale ci fanno una testa così un giorno sì e l’altro pure con la promozione del calcio femminile, della tolleranza, dell’inclusione, e le fascette arcobaleno, e gli spot contro l’odio dell’avversario… Poi si presenta il fondo sovrano saudita carico di soldi e tutto passa in secondo piano? E pensare che la serie A inglese ha pure introdotto il cosiddetto “Owners’ and Directors’ test”, sorta di radiografia morale che dovrebbe impedire a criminali e feccia varia di prendere il controllo dei club (proprio nel ricordare questo stava l’ironia dello striscione).

«Sabato 23 ottobre abbiamo ricevuto una denuncia per uno striscione offensivo mostrato dai tifosi del Crystal Palace», ha annunciato la polizia di Croydon su Twitter, un po’ sfidando il senso del ridicolo. «I nostri agenti stanno verificano l’informazione e svolgendo indagini. Ogni accusa di abuso razzista sarà presa molto seriamente».

Dopo di che, grazie al cielo, l’indagine si è chiusa come non poteva che chiudersi, in un nulla di fatto. «In seguito agli accertamenti», ha informato in un altro tweet la polizia di Croydon, «gli agenti hanno concluso che non sono stati commessi reati. Non saranno intraprese ulteriori azioni». Punto. Resta la domanda inquietante di cui sopra. E la netta sensazione che qualcuno stia prendendo «ogni accusa di razzismo» troppo seriamente.

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