Chirico: «La terza stella della Juve non si discute»

Di Carlo Candiani
10 Maggio 2012
Quello conquistato domenica dalla Juventus è lo scudetto numero 28 o 30? Parla Marcello Chirico, giornalista di TeleLombardia e tifoso bianconero, «Calciopoli è stata una farsa»

Ventotto o trenta? Il dilemma sul numero di scudetti vinti dalla Juventus nella sua storia sta riempiendo le pagine sportive dei giornali. È il tema più caldo degli ultimi giorni, e non si sono certo voluti risparmiare i principali talk show sportivi delle tivù locali, megafoni del tifo più acceso. Anche qui non si parla di altro: la dirigenza bianconera vuole cucire la terza stella sulle sue maglie. Un’idea sostenuta anche dal presidente Agnelli.
«Di arroganza ne abbiamo vista talmente tanta da parte di altri in questa stagione che francamente faccio fatica a dire che lo siamo stati noi». È “frizzante” come al solito Marcello Chirico, opinionista di TeleLombardia e tifoso juventino super-convinto. «Non siamo arroganti. È dal 2006 che chiediamo una cosa sola: giustizia ed equità. Fin quando non ci saranno date rimarremo sulle nostre posizioni».

Pretendere le tre stelle non vuol dire mettere in discussione Calciopoli?
Calciopoli per noi è sempre stata una farsa e tale si sta dimostrando. La Federazione Calcio è inesistente, non prende mai posizione. Quando, qualche mese fa, si è messo in discussione lo “scudetto di cartone” dell’Inter, ha detto di essere incompetente su questo argomento. Sulle tre stelle adesso è contro, pur non essendoci regole scritte nero su bianco. È una Federazione che non sa governare, inutile: tutti i poteri dovrebbero trasferirsi alla Lega.

Sì, però lei non mi ha risposto.
Oltre alla sentenza di Calciopoli, esiste una sentenza emessa dal tribunale di Napoli che dice: Luciano Moggi è colpevole, ma la Juve non è responsabile di ciò che ha fatto Moggi. E il campionato 2004/2005 non risulta essere alterato, al contrario del verdetto affrettato della giustizia sportiva del 2006. È sulla base di questa sentenza che Agnelli si fa forte e pretende di avere indietro lo scudetto 2004/2005. Tra l’altro, il campionato 2005/2006, quello dello scudetto di cartone che si è preso Moratti, non è nemmeno sotto inchiesta. Quindi, di che cosa stiamo parlando?

Ma ci sarà una ragione, per la quale nel 2006, la dirigenza juventina accettò così velocemente la penalizzazione.
Posizione di debolezza! Si sono presi paura. Oppure, come dice qualcuno, volevano vedere la propria società ridursi in quella maniera. Andrea Agnelli sta ripercorrendo il tragitto al contrario, perché intanto sono sorti nuovi elementi che la giustizia sportiva fa finta di ignorare! Se, come dice qualcuno, non si può scindere la figura di Moggi dalla Juve, non si può nemmeno scindere le figure dirigenziali di altre squadre…

Sta parlando della telefonata di Facchetti?
Chiariamoci: non esiste una sola intercettazione di Moggi con un arbitro. L’unica è quella in cui Paparesta chiama Moggi, che gli butta giù il telefono. Mi chiedete delle schede svizzere? Ebbene, per queste una giustizia seria avrebbe chiesto la rogatoria alla Svizzera e i tabulati. Finche non saprò cosa si dicevano Moggi e Bertini, io rimarrò a quello che si sa, cioè che non c’è nulla! Nulla di sufficiente per mandare la Juve in Serie B e toglierle due scudetti. La Juve andava penalizzata come le altre società, soltanto con qualche punto di penalizzazione nel campionato successivo.

E se Moratti decidesse di rinunciare al contestato scudetto?
Mi sembra impossibile che questo possa avvenire. Faccio presente che Petrucci, presidente del Coni, quando lo scorso dicembre convocò il “tavolo della pace”, chiese gentilmente a Moratti come gesto di buona volontà e di buon senso di lasciar perdere questo scudetto. Ma lui se ne infischiò e la Federazione stette zitta. E allora, sulle tre stelle, noi risponderemo come ha fatto il presidente dell’Inter.

Ma non c’è il pericolo concreto che, in questo modo, si esasperi la tifoseria?
La nostra tifoseria è assolutamente calma. Non creò situazioni gravi per l’ordine pubblico nel 2006, mentre altri bruciarono cassonetti e assaltarono le centrali di polizia. Noi chiediamo soltanto che a livello giuridico la giustizia sportiva riprenda in mano i processi e prenda atto di quello che di nuovo è emerso nel processo penale di Napoli. Non lo vogliono fare? Noi continueremo per la nostra strada.

Quindi, niente escamotage per nascondere la terza stella sulle maglie?
Sarebbe una buffonata! I tifosi non l’accetterebbero. La società non potrà dire: abbiamo scherzato.

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2 commenti

  1. angelo41

    Tutto il calcio è marcio e non da ora.
    Ricordo come Lobello alla fine della carriera ricevette la concessionaria della Fiat per tutta la Sicilia ed un altro arbitro di Parma, del quale mi sfugge il nome e noto per odiare la Roma, anche lui alla fine della carriera
    ricevette la concessionaria della Fiat per tutta la provincia.
    Potrei continuare. Moggi è l’effetto, non la causa.
    La Federazione Calcio è nelle mani di incompetenti e deboli. Ognuno si attribuisca i titoli che desidera considerando i torti ricevuta in passato.

  2. Enrico

    Verissimo. La terza stella non si discute. La seconda sì.

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