
Ciancimino Jr. fa “litigare” Travaglio e la Boccassini
«Ci sono indagini in corso. Personalmente dubiterei dei ricordi a 17 anni di distanza e delle dichiarazioni di Ciancimino jr». Parola di Ilda Boccassini, interrogata sulla tesi della trattativa Stato-Mafia da uno studente universitario. Solo una frase detta in un convegno e riportata dal Corriere della Sera di ieri, eppure hanno fatto molto scalpore le parole del magistrato milanese, titolare tra l’altro dell’inchiesta sul caso Ruby che coinvolge anche Silvio Berlusconi.
Il dubbio espresso dalla Boccassini sul figlio di Don Vito non è piaciuto a Marco Travaglio, che oggi sul Fatto quotidiano smonta con puntiglio l’affermazione della Boccassini. «Ciancimino – scrive Travaglio – non “collabora” con la giustizia (…). Non si è mai “pentito” di nulla, non ha mai confessato reati, anzi ha sempre negato quelli che i giudici gli hanno affibbiato condannandolo in primo e secondo grado per aver riciclato il tesoro del padre». Travaglio conclude ricordando quel giorno dell’estate del 1995 quando Stefania Ariosto raccontò la corruzione al Palazzo di Giustizia cui sosteneva di aver assistito negli anni Ottanta.
Da quelle rivelazioni nacquero i casi Imi-Sir e Mondadori, ricorda Travaglio alla Boccassini. «E meno male – conclude – che all’epoca non s’era ancora fatta la strana idea che chi collabora a distanza di anni è di per sé inattendibile». Anche i giustizialisti, nel loro piccolo, ogni tanto si punzecchiano.
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1 commento
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Che articolino puntuto! Anche i giustizialisti ogni tanto cercano di capire dove stia la verità che li tiene totalmente occupati. Altri invece sono preoccupati di quello che fanno i giustizialisti e gioiscono quando qualche cosa tra loro va storto perchè questo fatto allontana da se stessi la paura di non aver più niente da fare, ne da dire. Senza un Berlusconi non ci sarebbe più niente.