Cina. Dopo Shanghai, il Signore dei lockdown terrorizza Pechino

Di Leone Grotti
29 Aprile 2022
Gli abitanti della capitale fuggono in preda al panico, temendo che il regime chiuda la città. Intanto emergono nuove drammatiche testimonianze da Shanghai tra chi si impicca e chi chiede di morire in preda alla disperazione
Xi Jinping, presidente della Cina, ha imposto il lockdown a Shanghai e potrebbe farlo anche a Pechino

Xi Jinping, presidente della Cina, ha imposto il lockdown a Shanghai e potrebbe farlo anche a Pechino

Il lockdown è già iniziato da cinque giorni a Pechino in numerosi distretti e tutti coloro che possono stanno cercando di scappare dalla città per evitare di fare la fine degli abitanti di Shanghai. Le autorità locali hanno già vietato ogni viaggio fuori dalla capitale della Cina per «motivi non essenziali». Le principali strade che portano nella vicina provincia dell’Hebei sono chiuse da posti di blocco controllati dalla polizia, ma come si evince dai tanti video pubblicati online e che mostrano lunghe code lungo le arterie che conducono fuori da Pechino, migliaia di abitanti stanno tentando la fuga.

A Pechino arrivano i “Da Bai”

I quartieri residenziali nei distretti di Chaoyang, Xicheng, Haidian e non solo sono già stati sigillati. Nessuno può uscire, nessuno può entrare eccetto per le persone addette a portare i viveri forniti dalle autorità e gestiti dai comitati. Proprio come a Shanghai, sono comparsi sulle strade centinaia di Da Bai, i Grandi Bianchi, cioè i funzionari spesso della polizia incaricati di far rispettare il lockdown, vestiti con grandi tute bianche protettive per prevenire l’infezione da Covid.

Venerdì i 21 milioni di abitanti di Pechino si sono sottoposti al terzo round di tamponi di massa: giovedì il governo ha annunciato 50 nuovi casi, che sommati a quelli scovati durante la recente “ondata”, portano a un totale di 150 casi. Numeri irrisori per tutti i paesi del mondo, ma considerati drammatici dal regime di Pechino, che ha adottato la strategia “zero Covid” con l’obiettivo di eliminare il virus. Il 30 per cento dei casi avrebbe riguardato la popolazione studentesca e per questo tutte le scuole sono state chiuse e nessuno sa quando riapriranno.

La disperazione di Shanghai

Se i residenti di Pechino cercano di scappare o si sono affrettati a svuotare istericamente gli scaffali dei supermercati è perché sanno che presto la capitale potrebbe finire in lockdown proprio come Shanghai, dove la gente non può uscire di casa dall’1 aprile (e molti di loro da inizio marzo).

I 28,5 milioni abitanti di uno dei centri finanziari e commerciali più importanti del pianeta sono ormai allo stremo. Non si contano più le testimonianze, pubblicate e ripubblicate online per sfuggire alla censura del regime comunista, di chi protesta perché da giorni non ha da mangiare, di chi ha un figlio malato e non può comprare le medicine, di chi cerca disperatamente di avere accesso a un ospedale per problemi diversi dal Covid, di chi è costretto a dormire per terra in centri per la quarantena fatiscenti, di chi chiede a gran voce di morire perché psicologicamente distrutto da un mese di confinamento totale, di chi si è ritrovato letteralmente murato in casa, di chi ha avuto il proprio palazzo recintato da barriere alte più di due metri e chiede candidamente a un Grande Bianco: «Se scoppia un incendio, che cosa ci succederà? Ci avete pensato quando ci avete rinchiusi qui»?, di chi commenta con poche parole di pietà le immagini di un uomo che si è impiccato a un albero.

Il Signore dei lockdown

Un regista indipendente ha messo insieme il dolore e la rabbia di Shanghai in un video di sei minuti intitolato “Voci di Aprile” e condiviso sui social cinesi milioni di volte. Raccoglie soltanto la voce degli abitanti disperati alle prese con le drammatiche difficoltà quotidiane per riuscire a trovare qualcosa da mangiare o per far curare un parente malato.

Ha fatto il giro del mondo anche il video di un francese, che ha disperatamente cercato di superare le transenne che delimitavano il suo palazzo, subito fermato dai Grandi Bianchi, gridando: «Voglio morire, sono felice di morire. Potete uccidermi. Mio fratello è morto. Vi prego uccidetemi, non ci sono problemi per me».

La sfida per la gente a Shanghai ormai è solo sopravvivere al confinamento. Quella dei cinesi di Pechino è scappare prima che venga imposto da Xi Jinping, già ribattezzato il Signore dei lockdown.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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