Clericalismo
La notizia è l’iscrizione al gruppo dei neo-teocon del ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Per preparare le carte in vista dell’incontro con i giovani industriali a Capri, il ministro ha solennemente dichiarato: «Chi evade le tasse viola il settimo comandamento». D’altra parte come avrebbe potuto, dopo Ratisbona, eludere il problema della ragione che Benedetto XVI ha riproposto con tanta urgenza? Certamente il tema è di spessore ed è indirettamente una risposta alla posizione dei cattolici della Lega, che sostengono al contrario che ladrona è Roma: è proprio fra loro che si celerebbero i peccatori contro il settimo comandamento. Fortuna che il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi ha subito precisato che il comandamento più foriero di peccato in realtà è il decimo: non desiderare la roba d’altri, soprattutto se di Berlusconi. Chi in tutto questo dibattito ha sofferto di più è stato Romano Prodi, che sta faticosamente cercando di risultare il “di più” del nostro paese, e per non sembrare il “di meno” a proposito del nascituro/morituro partito democratico ha dichiarato fermamente: «Farlo è un obbligo morale», recuperando così non solo qualche comandamento ma l’intero impianto dell’insegnamento della Chiesa. D’altra parte lui è un cattolico adulto. Ora, perché questo governo laico che più laico non si può ci rompe i cosiddetti nell’invocazione strumentale del settimo comandamento se poi, quando legifera e governa, ne dimentica nove?
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