Com’è comodo (e fruttuoso) fare opposizione quando sei in maggioranza

Nel Paese dei Paradossi abbiamo una serie di intellettuali che, avendo passato la vita a insegnare e a far carriera in tv, giornali e università insegnando che la tradizione era da buttare, che si doveva scrivere solo come loro, che solo loro erano il nuovo, o che grazie alla loro scienza semiologica si potevan cavare cose di uguale importanza dalla lettura di Paperino come di Dante Alighieri, ora si ritrovano ad inaugurar “Scuole d’Alti Studi Umanistici”, come fa Eco a Firenze, dove si fan corsi d’eccellenza in nome della Grande Tradizione, o a commemorar Carducci come fa Sanguineti. Finito di spillar soldi nelle università pubbliche agli studenti illusi dalle chimere dei dams e delle scienze della comunicazione, essi spillano ora soldi in master o in assessorati in nome di quello che hanno fin qui detto di detestare e sprezzato. Intelligente, cinico, e ben pasciuto percorso dei nostri intellettuali cosiddetti di (ex) opposizione. C’è da dire che costoro han sempre svolto un lavoro di opposizione politica da una comoda posizione di assoluta maggioranza dal punto di vista culturale. E dunque, giunti in età di pensione, godono i frutti e le prebende che si danno ai tromboni di tutti i tempi.

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