Come gli Ulma, anche mio nonno salvò una coppia di ebrei

Lettera testimonianza di una lettrice polacca che racconta cosa accadde nella sua famiglia durante l'occupazione nazista. E ancora sulla Spider di Sallusti

Campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Polonia (Ansa)

Gentile direttore, Sono una donna polacca che vive in Italia (sposata con un italiano) da oltre 30 anni. Il bello e commovente articolo sulla famiglia Ulma scritto da Valerio Pece mi ha fatto pensare a mio nonno paterno che non ho potuto conoscere, Franciszek Wiatr, morto nel 1947. Era un contadino, abitava in un paesino Chorążec , nel sud della Polonia.

Mi ha raccontato mio padre che durante la guerra, ma non so per quanto tempo, nascondeva gli ebrei in un fienile della casa. Non so quante persone fossero. Mio padre ricordava che la donna ebrea (probabilmente erano almeno una coppia: moglie e marito) era un’ ottima cuoca e qualche volta dava una mano alla nonna in cucina. Ovviamente erano clandestini. Una volta è successo che suo marito ha cominciato a cantare nel fienile a voce un po’ alta le preghiere rituali per qualche loro festa. Mio nonno si è spaventato, è corso su, l’ha rimproverato, gridando che li metteva tutti a rischio mortale. Infatti, in questo periodo, per qualsiasi segno di aiuto (anche un pezzo di pane dato, il “colpevole” e anche i suoi familiari venivano immediatamente fucilati… come insegna la storia straziante della famiglia Ulma). Comunque, questi ebrei si sono salvati, sono riusciti ad andare in Israele e dopo la guerra mandavano ogni tanto qualche pacco all’indirizzo di mio nonno per riconoscenza. Dopo la guerra c’era una povertà enorme in campagna perché i tedeschi confiscavano i maiali, le mucche… pagando con la vodka!. Lo facevano apposta perché volevano fare di noi un popolo degli alcolizzati sottomessi. Infatti, sin dall’inizio della guerra, hanno vietato ogni forma dell’insegnamento… funzionavano solo le scuole elementari fino alla quarta classe. Le medie (ginnasi), licei e università furono chiusi. Malgrado ciò funzionava l’insegnamento clandestino (era diffusissimo) da parte degli insegnanti, a piccoli gruppi, nelle case private. Alcuni sono riusciti a dare esami di maturità, riconosciuti dallo stato polacco, a guerra terminata. Anche questo, però, era punito con arresti e pene di morte per chi insegnava e studiava! Mio nonno materno, professore liceale, veterano della I Guerra, l’ha fatto per breve periodo. Poi è stato arrestato per attività della Resistenza, torturato dalla Gestapo e “finito” con un’iniezione di veleno, il 27 maggio 1940.

Mio nonno paterno non era l’unico, tanti aiutavano gli ebrei, rischiando la vita. Alcuni genitori ebrei portavano per esempio i loro figli negli orfanotrofi, gestiti dalle suore, pur di salvarli. Accettavano che venisse cambiato il loro nome e anche insegnate le preghiere in polacco. Era necessario perché c’erano i controlli inaspettati da parte dei tedeschi. Le bambine erano interrogate se conoscevano le preghiere e il catechismo. Alcune, purtroppo, venivano “tradite” dai loro tratti somatici. Era sempre un pericolo per le suore che potevano essere arrestate e deportate nei campi dei concentramenti. Moltissimi sacerdoti e suore polacche sono morti in questi luoghi. L’esempio lampante: san Massimiliano Kolbe.

Peccato che in Occidente quasi nulla si sappia di come sia stata terrificante l’occupazione tedesca in Polonia! Basta ricordare che il mio Paese d’origine ha perso circa un quinto dei suoi abitanti, morti per operazioni militari, bombardamenti, fucilazioni, nei campi di concentramento. Quasi ogni famiglia ha perso almeno uno, se non più, dei suoi membri. L’occupante si accaniva soprattutto contro l’intellighenzia: professori, avvocati, insegnanti ecc. Ma non solo, come dimostra la storia terribile della famiglia Ulma…

La ringrazio per la gentile attenzione.

Beata Wiatr

Cara Beata, sono io ringraziare lei per questa lettera-testimonianza.

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Caro direttore, grazie per queste lettere e le sue risposte: è come bere una coca cola col ghiaccio sotto il sole che acceca. Sì, concordo: il miracolo è il perdono. Sugli altri, nutro qualche perplessità, eccetto Gesù vivo ed incarnato (eccetto quando non ci litigo). Il perdono è miracolo, profumo di Paradiso e devo, dobbiamo pregare d’esserne capaci. Una domanda: ma non è che Sallusti potrebbe fare un giro con ogni abbonato di Tempi… nella sua spider? Anzi propongo: un abbonamento ed un giro di spider con Sallusti e lei, un isolato di Milano, magari il giro del palazzo della Regione? Scherzo, ma siete bravi. Non polemiche, ma glutei stretti (e non rigidi, cioè non rigidità intellettuale) ed avanti nella battaglia verso Gesù. Vi voglio bene.

Lucia Dallagnese 

Cara Lucia, lettrice tempista turboamiconiana, ti dirò: se Sallusti ci sta, l’anno prossimo, anziché le manone o i palloni, il giretto in Spider lo mettiamo come gadget all’abbonamento di Tempi. Con le mamme e i bimbi non so, ma coi papà faremmo il record di abbonamenti.

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