È il problema dell’autorità che, dal Papa all’ultimo prete, è per custodire il patrimonio di verità e di unità della Chiesa
Papa Francesco con don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e liberazione
Sta destando discussioni, domande e un po’ di sbigottimento nelle associazioni e nei movimenti cattolici il Decreto del Dicastero dei laici, la famiglia e la vita sull’esercizio del governo negli stessi. Nella sostanza il Decreto, firmato dal cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero, con l’approvazione del Papa, «al fine di promuovere un sano ricambio e di prevenire appropriazioni che non hanno mancato di procurare violazioni e abusi», stabilisce che le cariche direttive delle associazioni e movimenti di fedeli possano avere una durata massima di cinque anni per due mandati.
La norma non riguarda i fondatori e dovrà essere posta in opera entro due anni dal settembre prossimo. Lo sbigottimento di cui sopra riguarda il fatto che capi e responsabili, per lo più stimati e rispettati per la dedizione più che decennale al loro ruolo di dirigenti, debbono, come si suole dire, “andare a casa” ed essere sostituiti da non si sa chi e come.