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Su First online Ernesto Auci scrive: «Infine ci vuole un presidente autorevole per poter riprendere con vigore la battaglia culturale in un paese che comunque stenta ancora a riconoscere alle imprese industriali un ruolo di primo piano non solo nelle tecnologie, ma nel modificare la cultura dei territori nei quali operano. Il lavoro in fabbrica non è tra le prime aspirazioni dei giovani. Molti ancora cercano il posto nel settore pubblico, perché ritenuto esente da rischi. Le grandi imprese sono ancora oggi guardate con sospetto non solo dai cittadini, ma dall’intera classe politica, senza distinzioni tra destra e sinistra. Ed infatti oggi non abbiamo più grandi imprese con il quartier generale in Italia. Si vedono ancora studenti sfilare nelle strade contro il vassallaggio della scuola all’industria, cosa che non ha alcuna attinenza con la realtà. Da noi bisogna ancora combattere una battaglia per modificare la cultura media degli italiani, far capire che la valutazione sulla...
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