
Attenzione compagn*, ci sono sessisti anche nella Cgil

Attenzione. Psicodramma nella Cgil. Il Correttore di bozze avverte tutti i compagni e le compagne, anzi, tutte le compagne e i compagni, che tra le rossastre linee del nostro sindacatone partigiano potrebbe essersi subdolamente infiltrato proprio lui. Il nostro nemico numero uno. Il nazi-fascista? No, peggio. Il padrone? Macché, molto peggio. Il banchiere? Peggissimo. L’infame sessista.
È stata la compagna Clara a metterci la pulce nell’orecchio, raccontando in una lettera aperta pubblicata dal “quotidiano online autogestito” Zeroincondotta la drammatica esperienza vissuta in prima persona giovedì 16 ottobre a Bologna, durante la marcia promossa dalla Cgil Emilia-Romagna contro il Jobs Act di Renzi.
«Nel grande corteo della Cgil (…) uno o più manifestanti avrebbero rivolto pesanti apprezzamenti, se non addirittura esplicite molestie verbali, a una ragazza ventenne che sfilava assieme a tutti gli altri», scrive il Corriere della Sera con il pathos che si addice alla scabrosa situazione.
Pensate che uno di questi maledetti sessisti travestiti da cigiellini «si è sentito legittimato a fermarmi, farmi togliere le cuffie dalle orecchie e chiedermi se la scelta del colore verde per i miei capelli stesse a indicare che la via era libera e potessero passare tutti», racconta Clara. E un altro addirittura «si è sentito in diritto di dire a una ragazza poco più che ventenne che è meglio che non si faccia i capelli rossi, perché poi attirerebbe troppi tori ed è ancora troppo piccola per gestire certe cose». Altri ancora, in gruppo, o meglio in branco, «mentre attraversavano le strade di Bologna per chiedere che venissero tenute giù le mani dall’articolo 18, mi fischiavano dietro, mi fissavano il corpo e, assicurandosi che io potessi sentirli, si dispiacevano ad alta voce di quanto fosse un peccato che la mia gonna fosse larga e non potessero vedere la forma del mio culo».
Il Correttore di bozze legge e rilegge la lettera della vergogna con le mani che gli prudono: possibile che perfino i maschi democratici, esattamente come i sessisti, anche noti come eterofascisti, pur avendo «cinquant’anni e anche più» pensino ancora, sempre e solo, alla ciccia baffetta?
«Per la ragazza non sarà semplice dimenticare», ammonisce giustamente il Corriere, perché «non si è trattato solo di qualche battuta». No, si tratta di cose ben più gravi. Perversione capitalistica. Machismo antisindacale. Ingrifazione nazistoide. Palpeggiamento morale. Urge un pogrom qui. Deportiamo i vecchi operai arrapati in Ucraina.
Continua Clara, rivolta ai vertici Cgil: «Cantavate Bella Ciao, la canzone simbolo della Resistenza e quindi dell’antifascismo. Vi chiedo se secondo voi l’antifascismo è antisessismo». Ricordate, o compagni? Una mattina mi son svegliato e ho trovato il mandrillón. «Vi chiedo se quando vi lamentate perché i vostri diritti non vengono rispettati, comprendete che anche i miei di donna, comportandovi in un certo modo, non sono rispettati. Vi chiedo se quando vi lamentate perché siete schiavi dei padroni, vi rendete conto che ieri avete cercato di far diventare me vostra schiava».
Vi piacerebbe, inguaribili porcelloni, se improvvisamente tutte le ragazze si mettessero a farvi delle avance a sfondo sessuale? Eh? Vi piacerebbe?
Insiste, mortificata, la ragazza: «Mi chiedo per voi cosa significhi la parola “compagn*”».
Or*. Neanch* il Correttor* di bozz* è tant* sicur* di cos* signif* la parol* “compagn*”. A dirla tutt* ha il fort* sospett* che non voglia dir* un cazz*. Ma non stiamo qui a sottilizzar*, poiché ne va del futur* di tutt* la Cgil.
Vedrete che un domani, quando la Cgil avrà denunziato ed esecrato a dovere codesti «rigurgiti sessisti, ingiusti ed iniqui», come del resto ha già fatto via Facebook Anna Salfi, segretaria della sezione emiliana del sindacato, rispondendo alla lettera di Clara, ecco, vedrete che un domani i vecchi operai allupati la smetteranno una buona volta di guardare il cul* delle ragazze dai capelli verdi. E invece le guarderanno negli occhi, le chiameranno orgogliosamente “compagn*”, e finalmente domanderanno loro con garbo: «Per favor*, me la darest*?».
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3 commenti
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quando si risveglia il GIOBATTA ( vedi paolo villaggio in QUELLE STRANE OCCASIONI ) non c’è job act che tenga…..boja d’un mond laeder.
…purtroppo la lingua italiana ha questo brutto vizio di essere sessista riconoscendo maschile e femminile… Sarà per questo che il comunismo non ha trionfato?
Quanto aveva ragione Orwell…
se sono rossi sono solo compagni che sbagliano. negli anni ’70 le bombe, oggi gli insulti. hanno fatto progressi.