Un consiglio non richiesto a Biden sull’Ucraina: «Parla meno»

Di Redazione
05 Maggio 2022
In un commento sul New York Times, Thomas Friedman invita l'amministrazione Usa a non trasformare la guerra tra Russia e Ucraina in una tra Putin e America
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden
epa09923255 US President Joe Biden speaks at a reception to celebrate Eid al-Fitr in the East Room of the White House in Washington, DC, USA, 02 May 2022. Muslims around the world celebrate Eid al-Fitr, the three-day festival marking the end of Ramadan. EPA/MICHAEL REYNOLDS

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden

Quando affrontano il nodo dell’Ucraina, Joe Biden e la sua amministrazione dovrebbero seguire il consiglio che il commentatore sportivo Al Shaver dava alla squadra di hockey sul ghiaccio del Minnesota: «Quando perdi, parla poco. Quando vinci, parla ancora meno». Utilizza questo insolito riferimento, Thomas Friedman, per spiegare sul New York Times perché il presidente degli Stati Uniti e i suoi uomini dovrebbero essere più cauti e meno spavaldi.

Indebolire Mosca? Obiettivo rischioso

«Io spero che questa guerra finisca con un esercito russo fortemente danneggiato e con Putin estromesso dal potere. Ma se fossi il leader degli Stati Uniti non lo direi mai pubblicamente, perché non otterrei niente da queste parole, che potrebbero invece costarmi care», scrive il vincitore di tre premi Pulitzer in un commento sulla bibbia liberal.

Se l’America, continua, decide che il suo obiettivo nella guerra tra Russia e Ucraina è quello di «indebolire la Russia», come affermato dal segretario della Difesa Lloyd Austin, «allora vorrei capire come facciamo a sapere quando sarà raggiunto. Inoltre, è un processo ininterrotto, continueremo in futuro a degradare la Russia?».

Dopo Putin, si rischia il caos

Per Friedman, l’obiettivo degli Usa dovrebbe essere semplice: «Aiutare gli ucraini a combattere fino a quando lo vorranno e aiutarli a negoziare quando riterranno che il momento giusto è arrivato in modo tale che loro possano riacquistare la loro sovranità e noi riaffermare il principio che nessun paese può semplicemente divorare il vicino di casa. Avventurarsi al di là di questo confine significa attirarsi guai».

Infatti, prosegue, per quanto si possa desiderare che Putin venga detronizzato, la realtà è che dichiarandolo esplicitamente si possono ottenere solo tre risultati. «1) Putin viene rimpiazzato da qualcuno peggio di lui. 2) La Russia, un paese con circa seimila testate atomiche, sprofonda nel caos. E come abbiamo visto con le Primavera araba, l’opposto di un’autocrazia non è sempre una democrazia, spesso è il disordine. 3) Putin viene rimpiazzato da qualcuno migliore. Ma perché risulti legittimato agli occhi dei russi, è vitale che non sembri che l’abbiamo messo lì noi. Devono essere i russi a decidere».

L’Ucraina confinerà sempre con la Russia

Gli Stati Uniti dovrebbero fare attenzione non solo a non destabilizzare la Russia, insiste Friedman sul Nyt, ma anche a non spingere i tanti paesi neutrali del mondo tra le braccia di Putin e Xi Jinping. «È vitale che la guerra sia percepita come uno scontro tra Putin e il mondo, non tra Putin e l’America». Infine, gli Usa non dovrebbero illudere l’Ucraina perché «tante cose sono cambiate dalla fine della guerra fredda, eccetto una: la geografia. L’Ucraina sarà sempre un paese relativamente piccolo al confine con la Russia. Saranno necessari duri compromessi per far finire questa guerra. Non rendiamoli ancora più duri ponendoci obiettivi irrealistici». Biden dovrebbe prendere nota.

Foto Ansa

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